Una vita di sacrifici, dedicata alla carriera della moglie. Tanto da rinunciare al proprio lavoro, per crescere un paio di figli e per gestire le fortune della sposa. Una vita di dedizione, appunto, che ora potrebbe essere ricompensata con 11 milioni di sterline, quasi 14 milioni di euro, grazie a un divorzio da jet set che è in corso in Gran Bretagna. Ha fatto notizia, nel Regno Unito, il caso di Weng Choy, marito fedele ma ormai in rotta, da qualche anno, con Lena Tan. Ora, ha sentenziato il giudice, il processo potrà andara avanti nonostante entrambi non siano britannici, in quanto “qui avevano tanti interessi”. Potrà proseguire, appunto, come auspicava l’uomo e come invece voleva evitare la donna.
Era lei a portare il pane a casa – anzi, il ‘bacon’, come si dice nel Regno unito – ed era proprio per le sue soddisfazioni personali che il marito aveva rinunciato a una carriera in finanza. Tan è anch’essa una manager di una banca di investimenti, lavoro che ha consentito ai due di avere casa a Hong Kong e in Malesia, di far studiare la prole nelle scuole più prestigiose di Londra e di comprare persino un enorme appartamento a Kensington, la zona più ricca della capitale britannica, dal valore di 4,5 milioni di sterline. Appartamento nel quale è custodito un altro gioiello della famiglia: una collezione di vini dal valore di oltre un milione di sterline.
Tutte cose neanche lontanamente immaginabili per una qualsiasi coppia media britannica. Ma ora, appunto, la sentenza del giudice. E Choy verrà trattato come la parte più sfortunata della coppia, avendo il diritto a cercare di divorziare e a ottenere una cifra di tutto rispetto. I due cominciarono a litigare alla fine del 2011, ha accertato la corte. Ma il caso della coppia, originaria di Singapore, apre anche un altro fronte, appunto, quello del “turismo legale” di persone non britanniche che cercano nel Regno Unito una soluzione ai propri problemi, anche e soprattutto per la maggiore efficienza del sistema giudiziario di sua maestà. Secondo il giudice, che ha respinto l’opposizione della donna e del suo avvocato, la coppia era stabilmente residente sul suolo britannico da più di un anno, come anche la casa di Kensington dimostrerebbe. Ecco, così, il diritto dell’uomo ad agire secondo la legge britannica.
Proprio in queste settimane è in corso nel Paese un dibattito sull’opportunità di accettare casi legali provenienti dall’estero. Il ministero della Giustizia punta a far cassa, chiaramente, e al parere negativo di una parte degli avvocati, che temono un ingolfamento dei tribunali, si oppone quello positivo della maggior parte di essi e delle alte sfere giudiziarie. Così come con la questione dei visti – basterà in futuro investire 2,5 milioni di sterline nell’economia britannica per ottenere un visto praticamente permanente – anche sul fronte legale si afferma un principio: il soldo prima di tutto.
Ma il caso Choy-Tan è anche uno dei primi divorzi milionari in cui a essere parte debole e ad averla vinta – almeno per il momento – è un uomo. Quindici anni di matrimonio e l’appartamento di Kensington comprato senza neanche il bisogno di un mutuo non sono stati un collante sufficiente a un rapporto di più lunga durata. E, fra le ragioni che hanno portato la sentenza a favorire l’uomo è anche il fatto che Choy si sia sacrificato, per anni, per soddisfare le esigenze di moglie e figli. La sentenza definitiva di divorzio dovrebbe arrivare entro poco tempo.