Dopo l'allenamento, Jawhar Nasser (19 anni) e Adam Abd al-Raouf Halabiya (17) sono stati colpiti ai piedi ad un checkpoint in Cisgiordania: rischiano di non poter più camminare
Il 31 gennaio scorso un gruppo di soldati israeliani a un checkpoint vicino ad Al-Ram, in Cisgiordania, hanno sparato a Jawhar Nasser, di 19 anni, e Adam Abd al-Raouf Halabiya di 17 anni: giovani promesse della nazionale palestinese che tornavano da un allenamento. Adesso i due ragazzini non potranno mai più giocare a calcio. Forse nemmeno camminare. Con negli occhi il volto di questi due adolescenti, nella memoria l’assurda storia di Mahmoud Sarsak – stella della piccola nazionale Palestinese ingiustamente incarcerato e torturato nelle prigioni israeliane senza nemmeno un processo, e uscito solo dopo che uno sciopero della fame aveva debilitato irreversibilmente i suoi organi – il presidente della federcalcio palestinese Al-Rajoub ha detto che il prossimo giugno in Brasile chiederanno ufficialmente che Israele sia estromessa dalla Fifa.
Insieme a lui ci saranno molte federazioni mediorientali e nordafricane, difficile l’appoggio delle federazioni europee. Un portavoce della polizia di frontiera israeliana ha detto che i due ragazzini passavano davanti a un checkpoint subito dopo che un gruppo di terroristi aveva tirato bombe alla postazione, e che le milizie palestinesi usano il calcio per portare armi da una parte all’altra del confine. I soldati coinvolti nella sparatoria avrebbero detto che i due volevano attaccare il checkpoint. Le due vittime, che tornavano da una sessione di allenamento allo stadio Faisal al-Husseini di Al-Ram, hanno invece detto che i soldati hanno sparato loro senza nemmeno lanciargli un avvertimento. Il sospetto che sapessero benissimo che erano due calciatori è dato dal fatto che gli israeliani abbiano sparato loro appositamente sui piedi.
A Jawhar cinque pallottole su un piede e sei sull’altro, ad Adam una pallottola per piede. Una precisione chirurgica. I due hanno poi raccontato come i soldati gli abbiano scagliato addosso i cani e una volta immobilizzati abbiano cominciato a picchiarli. Trasferiti da un ospedale di Ramallah al Re Hussein Medical Center di Amman, dove sono ancora ricoverati e ne avranno per diversi mesi, ai due è stata data la notizia che non potranno mai più giocare a calcio. La loro speranza ora, è solo un giorno di poter di nuovo camminare. Questo è solo l’ennesimo attacco delle milizie israeliani a calciatori della Nazionale palestinese. Se Ayman Alkurd, Shadi Sbakhe e Wajeh Moshate erano morti nel bombardamento israeliano dello stadio di Gaza nel 2009, durante la terribile operazione Piombo Fuso, e Mahmoud Sarsak è stato il caso più clamoroso. Omar Abu Roweis e Muhammad Nimr, portiere e attaccante della nazionale olimpica, sono ancora incarcerati in attesa di processo da diversi anni. Mentre il loro compagno di squadra Zakaria Issa è morto per cause mediche subito dopo essere stato rilasciato.
“Quello di Jawhar Nasser Jawhar e Adam Abd al-Raouf Halabiya è solo l’ultimo caso in cui i calciatori palestinesi sono presi a bersaglio da parte dell’esercito e delle forze di sicurezza israeliane. La morte o la reclusione sono state, e sono ancora oggi, una realtà per diversi membri della squadra nazionale palestinese nel corso degli ultimi cinque anni – scrive Dave Zirin su The Nation – Provate a immaginare se i membri della squadra Campione del Mondo, la Spagna, fossero imprigionati, fucilati o uccisi da un altro paese. O se i militari di un’altra nazione sparassero ai piedi delle migliori promesse del Brasile. Ma, tragicamente, questi eventi lungo i checkpoint ricevono poca attenzione sui media”. Dopo un primo e infruttuoso incontro il 14 marzo con il boss della Fifa Blatter, il presidente della federcalcio palestinese Al-Rajoub e altri suoi omologhi stanno ora preparando una mozione da presentare il prossimo giugno al Congresso della Fifa che precede i Mondiali di Brasile 2014. Li chiederanno che Israele, alla prossimo comportamento simile, sia estromesso dalla Fifa.