La discesa in campo di uno dei figli è appesa alla decisione del tribunale di Sorveglianza e al grado di limitazione della libertà che l'ex Cavaliere dovrà subire. Di sicuro non potrà fare una campagna elettorale continuata. Difficili anche comizi, telefonate e discorsi. Su queste premesse si capisce perché la grande decisione su come gestire Fi in condizioni di semilibertà sarà presa solo dopo il verdetto
Nessuno immaginava che sarebbe arrivato a questo punto. A dire, cioè, che “Forza Italia ormai è uno schifo” per il solo fatto che la composizione della scacchiera delle candidature alle Europee gli sta dando una marea di pensieri Berlusconi teme che al suo affidamento ai servizi sociali o ai domiciliari corrisponda la frana di Forza Italia. E i presupposti cominciano a emergere sulle candidature per le Europee. L’affaire Fitto, che non ne vuole sapere di fare un passo indietro come capolista della circoscrizione Sud, lui contro un Michele Emiliano agguerritissimo, hanno reso ancora più cupa l’atmosfera di questi giorni di “vigilia” del famigerato 10 aprile, il “giorno del giudizio”, quando all’ex Cavaliere sarà impedita qualunque forma di presenza politica. E, di certo, non solo. Ma è il giudizio sul partito che preoccupa, un’idea che la fidanzata Francesca Pascale, in un’intemerata giornalistica, ha delineato meglio: “Forza Italia senza di lui vacilla – ha ammesso la ‘fidanzata’ – un’assenza forzata dalle urne di un leader delle capacità di Berlusconi, non passa inosservata – ha detto ancora la Pascale – ma cosa significa, questo? Che finisce tutto? No!”. Di sicuro, però, dentro Forza Italia si attendono un contraccolpo importante nelle urne. Se Berlusconi, infatti, si è lasciato sfuggire che il “partito fa schifo” è stato anche in virtù di sondaggi tutt’altro che lusinghieri.
Con Silvio in fuorigioco, i punti in meno saranno minimo cinque. Un bagno. Anche perché, ragiona Renata Polverini, “è indubbio che stiamo passando un momento di transizione molto delicato, ma oggi abbiamo più competitori diretti, non solo Alfano, anche Grillo e persino il Pd; i nostri moderati possono restare affascinati da uno che scimmiotta il Berlusconi degli anni migliori come fa Renzi”. Così, mentre la fidanzata Francesca ci mette del suo a rendere il clima difficile, continuando a fare pubbliche pressioni per un matrimonio che non è nella mente di Berlusconi (“a Napoli – ha raccontato – mi hanno regalato le scarpe da sposa e se lui deciderà di cascarci per la terza volta, mi farò trovare libera”), nel partito sono giorni di lunghi coltelli sulla composizione delle liste, visto che ora molti nomi catalizzatori di voti, come Giuseppe Scopelliti per dirne uno, si trovano con un territorio spaccato tra alfaniani e forzisti di difficile composizione intorno a un unico candidato. Insomma, sembra proprio il momento sbagliato per parlare di successione, tema – anche questo – ripreso da una Pascale che ha così reso più evidente il suo ruolo di consigliere politico, un tempo appartenuto a Daniela Santanchè. “Spero che Marina Berlusconi pensi davvero a questa incredibile sfida, ma se non ci sarà la successione familiare io dico: ripartiamo da Berlusconi che è la nostra guida”.
Solo che annunciare ora l’erede designato, è apparsa subito una mossa indelicata: nel senso che non si pone ora, anche se sul tavolo delle decisioni vere, l’ipotesi c’è. La discesa in campo di uno dei figli è appesa alla decisione del tribunale di Sorveglianza e al grado di limitazione della libertà che Berlusconi dovrà subire. Di sicuro, l’ex Cavaliere non potrà fare una campagna elettorale continuata. Difficili anche comizi, telefonate e discorsi. Su queste premesse si capisce perché la grande decisione su come gestire Forza Italia in condizioni di semilibertà sarà presa solo dopo il verdetto del tribunale. Ma un fenomeno è già in atto, ed è la frana di Forza Italia. Con i big pronti a candidarsi alle europee, ma solo per contarsi.