La signora Anna Maria è stata derubata da due individui che si sono spacciati per amici del figlio Tiziano. I due - secondo quanto scrivono alcuni quotidiani - sono italiani e avrebbero portato via anche l’orologio d’oro del marito e nonno del primo ministro Adone, morto da tempo
Hanno suonato ieri pomeriggio alla porta della casa della nonna paterna di Matteo Renzi, Anna Maria, le hanno detto di essere amici del figlio Tiziano (padre del premier) e l’hanno derubata. La nonna del presidente del Consiglio abita a San Clemente, una frazione del Comune di Reggello. I due – secondo quanto scrive il Corriere Fiorentino – che sono riusciti a entrare nella casa, si presume italiani, avrebbero portato via anche l’orologio d’oro del marito e nonno di Renzi, Adone, morto da tempo.
La signora Anna Maria non è la nonna di cui si è già parlato sui giornali e in televisione. L’ospite di Porta a Porta è stata infatti la nonna materna, Maria Bovoli, che da poco si è trasferita da Arezzo a Viareggio. I due truffatori-ladri, scrive La Nazione che a sua volta ha pubblicato la notizia, erano un uomo e una donna, ben vestiti e la nonna di Renzi, 84 anni, non si sarebbe insospettita. Dopo averli fatti entrare in casa, si sarebbe intrattenuta a conversare qualche minuto e poi sarebbe uscita con loro da casa. I due truffatori sarebbero però rientrati, senza farsi vedere, nell’abitazione dell’anziana donna passando da un garage. Quando la signora Anna Maria è rientrata in casa ha notato un gran disordine e scoperto che era stato portato via l’orologio e qualche altro gioiello.
I raggiri agli anziani, per quanto odiosi, non finiscono mai e i malfattori questa volta hanno fatto una vittima illustre. La vicenda, ora all’esame dei carabinieri, riporta l’attenzione sul grave fenomeno delle truffe agli anziani. Per questo la Polizia sulla sul suo sito pubblica alcune tipologie vecchie e nuove truffe perché ci si possa difendere meglio: c’è quella delle pietre preziose, quella della falsa beneficenza, ci sono poi i falsi funzionari Inps, Enel o Inpdap oppure quelli che si spacciano per rappresentanti delle forze dell’ordine.