Lavoro ed Expo: si apre oggi all’Università degli studi di Milano il convegno “Le regole del lavoro per Expo 2015”. Ma regole per chi, ci sono delle regole? È un piacere sapere che qualcuno si sta interessando di quest’aspetto del grande evento, perché era oramai chiaro che la linea sul lavoro in Expo 2015 era “liberi tutti”, ovvero si può fare quel che si vuole su assunzioni, remunerazioni, orari, tipologie contrattuali. Parlare quindi di regole pare controcorrente, timidamente rivoluzionario! Qui però sorge la curiosità di sapere di che regole si parli, ed ecco subentrare la preoccupazione e lo sgomento. Quando si riuniscono le istituzioni e i sindacati concertativi c’è poco da stare allegri: la fregatura per chi lavora è garantita.
Il 23 luglio scorso l’accordo tra Cgil-Cisl-Uil, Comune di Milano ed Expo 2015 S.p.A. prevedeva l’assunzione a termine di 800 lavoratori e lavoratrici e l’utilizzo di 18.500 volontari per Expo. Quella sempre sbandierata come una grande opportunità occupazionale nella crisi, un volano per favorire la crescita economica e l’occupazione, prevede la miseria di 800 contratti precari, una goccia nel mare della disoccupazione a fronte di 18.500 prestazioni lavorative gratuite, che contro la crisi non servono a molto. E solo poco prima un altro accordo tra la Camera di Commercio e il Politecnico di Milano prevedeva l’assunzione, sempre in vista di Expo 2015, di un numero imprecisato di stagisti in cambio di…1 euro all’ora!!!
Il contratto sul lavoro di Expo 2015 ha fatto da volano alla totale liberalizzazione dei contratti a tempo determinato e di apprendistato che il governo Renzi vuole imporre a livello nazionale con il suo Jobs Act. Eliminati l’obbligo di causalità e il periodo di pausa tra un rinnovo e l’altro, i contratti a tempo determinato diventano la regola che permette il ricatto continuo sul lavoro. Nel 2013 era la deroga per Expo 2015, oggi è la deregulation per tutti a tempo indeterminato.
Stessa dinamica per l’apprendistato: a favore di Expo se ne consentiva l’utilizzo per i giovani sino a 29 anni togliendo l’obbligo per le imprese di certificare l’attività di formazione svolta e di regolarizzarne almeno il 30%. In cambio il 90% dei contributi sociali diventa a carico dello Stato, un bel risparmio per le imprese. Oggi, grazie a Renzi, la deroga Expo diventa norma nazionale.
La Cgil oggi si mostra critica, ma non ha avuto remore a firmare l’accordo del 23 luglio 2013. E ci viene il sospetto che il convegno di oggi, data questa totale “deregulation”, voglia definire certamente le regole del lavoro, ma non di chi viene assunto, bensì dei 18.500 volontari, ovvero i loro doveri e obblighi, visto che di diritti, lavorando gratis e “volontariamente”, non si può parlare.
Intanto la MayDay 2014 si avvicina …