“La pace non è un regalo o addirittura un dato scontato, ma una conquista, e per quanto riguarda noi e gli altri paesi europei è una conquista dovuta precisamente a quella unità europea che oggi troppo superficialmente da varie parti si cerca di screditare e attaccare“. Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel giorno in cui si ricorda l’eccidio delle Fosse Ardeatine (70 anni oggi), ma anche nel giorno in cui si analizza il successo elettorale alle elezioni municipali, in Francia, del Front National che sulla battaglia anti euro ha diretto la strategia degli ultimi tempi. 

E infatti anche in Italia risuonano soprattutto le reazioni delle forze politiche più critiche nei confronti delle istituzioni europee. “Da Napolitano parole vergognose – dice il segretario della Lega Nord Matteo Salvini – Usare Fosse Ardeatine per attaccare chi ‘superficialmente’ scredita e attacca l’Ue. I dinosauri e gli euro-burocrati hanno paura! Dalla Francia arriva un vento di Libertà, il 25 maggio l’incubo di Napolitano, Merkel e dei tifosi dell’Euro diventerà realtà: un’altra Europa è possibile”. 

“Uno scossone salutare” aveva detto il presidente della Regione Lombardia ed ex segretario della Lega Nord Roberto Maroni. Matteo Salvini aggiunge che “un’altra Europa è possibile, fuori dall’euro ripartono lavoro e speranza!”. Ma a sorpresa sullo stesso fronte si trovano partiti regionali come quelli del Carroccio e partiti “patriottici” come Fratelli d’Italia: “Con il successo di Marine Le Pen il popolo francese chiede un riscatto dai burocrati della Ue e della Bce e dice basta alla gabbia dell’euro” dichiara la segretaria Giorgia Meloni. Il presidente del partito Ignazio La Russa aggiunge: “E’ il fatto nuovo della politica europea con cui le oligarchie, nate dal matrimonio tra la sinistra e i poteri forti, dovranno fare i conti. Ha detto bene Marine Le Pen: in alto ci sono loro con l’euro, e questa Europa burocratica, in basso ci siamo noi con il popolo. Questo è un segnale che l’Europa dei popoli manda ai poteri forti e che in Italia dobbiamo saper raccogliere. Noi vogliamo provarci”.

Se vince la Le Pen è colpa dell’Europa, dice Forza Italia. “Molti euroentusiasti italiani, anziché fare analisi superficiali sulla ‘destra pericolosa’ in Francia, farebbero bene a porsi seri interrogativi sull’attuale assetto europeo, basato su vincoli e austerità, che produce questi effetti elettorali” afferma Daniele Capezzone. E comunque i berlusconiani gongolano per il risultato pessimo della sinistra: i risultati francesi “suonano la fine della ricreazione per i socialisti, anche a livello europeo” riflette Deborah Bergamini

Dalle parti del Pd parla solo Ernesto Carbone (renziano): “Quelle degli antieuropeisti sono battaglie finte: uscire dall’euro è impossibile perché non conviene a nessuno, quindi si intestano battaglie populiste – dichiara il deputato ad Agorà, su Rai3 – “Le elezioni Europee saranno una sfida fra gli europeisti e gli antieuropeisti. Il caso francese non è stato tra destra e sinistra, ma tra chi è pro e contro l’Europa. Le prime dichiarazioni di Marine Le Pen vanno in questa direzione”. Secondo il capogruppo di Centro Democratico Pino Pisicchio, “le difficoltà dei paesi mediterranei vanno affrontate con scelte di politica economica capaci di una concreta ricaduta sociale e non con il populismo. Il governo e le forze democratiche in Parlamento sono avvertite: è l’ora delle decisioni sull’occupazione e lo sviluppo e non del chiacchiericcio infinito”.

Prova un’analisi Nichi Vendola: “I movimenti populisti di destra, reazionari, fascisti, neonazisti di tutta Europa crescono soprattutto perché ci sono gli ‘Hollande’, cioè i rappresentanti di una sinistra che promette cose di sinistra e fa cose di destra. Allora abbiamo bisogno di voltar pagina. L’Europa senza sinistra, senza diritti, senza protezione per il mondo del lavoro, senza futuro per le giovani generazioni, senza welfare, senza servizi sociali alla povera gente è un’Europa che inseguirà gli incantatori di serpenti anche quelli che portano la croce uncinata”.

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