Al centro dell'operazione della Dia di Catanzaro le partecipazioni azionarie riconducibili a Pietro Citrigno, agli arresti domiciliari per una condanna a quattro anni e otto mesi per usura. A febbraio il quotidiano fu al centro della denuncia che portò alle dimissioni del sottosegretario ai Trasporti Antonio Gentile
Le quote societarie di maggioranza del quotidiano L’Ora della Calabria sono state sequestrate dalla Direzione investigativa antimafia di Catanzaro, nell’ambito di un’operazione che riguarda beni e azioni riconducibili a Pietro Citrigno, imprenditore agli arresti domiciliari per una condanna definitiva a quattro anni e otto mesi per usura.
L’indagine dell’antimafia calabrese ha colpito l’intero capitale sociale della clinica San Vitaliano di Catanzaro, per un valore di circa 500 mila euro. All’imprenditore erano già stati sequestrati beni per un centinaio di milioni di euro nel gennaio scorso.
Il nuovo provvedimento di sequestro, emesso sempre dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Cosenza, riguarda, oltre che il 100% del capitale sociale del “Centro clinico San Vitaliano srl (struttura accreditata dal Servizio sanitario), anche l’85% del capitale sociale della Pieffe Holding srl, con sede a Cosenza, che detiene la quota di maggioranza de L’Ora della Calabria. Sequestrato anche il 49% di un’altra società e nove automobili.
A febbraio il quotidiano calabrese era finito al centro delle polemiche dopo che il direttore Luciano Regolo aveva denunciato le pressioni ricevute dall’editore Alfredo Citrigno, figlio di Pietro Cigno. Secondo il giornalista, Citrigno avrebbe chiesto di non mandare in stampa l’articolo relativo all’indagine in corso sul figlio del senatore del Nuovo centrodestra Antonio Gentile, Andrea. Antonio Gentile, coordinatore calabrese del partito di Angelino Alfano, venne nominato sottosegretario ai Trasporti nel governo di Matteo Renzi, ma fu costretto a dimettersi dopo le polemiche.