Era stata una vigliaccata. Perché rubare i libri, le parole e la voglia di diffonderli è un atto stupido e vile. Perché la cultura è quella cosa strana con cui secondo qualcuno “non si mangia” eppure altri la ritengono abbastanza preziosa da portarsela via senza chiedere il permesso. Sono stati due giorni vissuti pericolosamente gli ultimi del progetto “Pianissimo-Libri sulla strada“, la biblioteca itinerante di cui abbiamo scritto la scorsa estate e che, dopo una serie di tour siciliani coronati da successo, era sbarcata a Milano per una serie di incontri nei quartieri della città e per partecipare alla fiera “Fa’ la cosa giusta” in programma nel capoluogo meneghino dal 28 al 30 marzo.

Ebbene, contro tutti i (più beceri) luoghi comuni, dopo aver scorrazzato serenamente per le strade del sud d’Italia, sabato 22 marzo il furgone bianco anni Settanta Leggiu, con il suo carico di libri (molti di quali di editori indipendenti) era stato rubato in zona Navigli a Milano, infliggendo un duro colpo al progetto il cui obiettivo è quello di portare l’interesse e l’amore per la lettura tra la gente, con una modalità on the road grazie alla quale sono i libri ad andare incontro alle persone e non viceversa. Subito, partendo dalla pagina Facebook di “Pianissimo” si era diffuso online l’appello a chiunque avesse visto il furgone e potesse fornire informazioni per il suo ritrovamento; una richiesta d’aiuto che è rimbalzata sulle bacheche di centinaia di utenti decisi a dare il loro sostegno.

Una battaglia mediatica conclusasi vittoriosamente, visto che Leggiu (con tutti i libri al suo interno) è stato ritrovato la mattina di lunedì 24 marzo lungo il Naviglio Pavese: l’unico danno evidente è la serratura forzata e che andrà sostituita. E proprio il tam tam mediatico è stato decisivo per questo lieto fine, e non solo per la pressione esercitata sui ladri. A notare la presenza del furgone e a contattare Filippo Nicosia, il 30enne ideatore di “Pianissimo”, è stato infatti un giovane che aveva visto il mezzo proprio su Facebook.

Una brutta storia finita bene, quindi, e che premia la capacità degli organizzatori di questa meritevole iniziativa di non lasciarsi abbattere nonostante gli inevitabili dubbi sorti dopo il furto che li poneva davanti all’interrogativo su come proseguire l’attività senza il suo strumento principale: «Pianissimo non è solo una libreria, è anche una bella storia, e le storie sono così, avvincenti e piene di colpi di scena – aveva scritto proprio Nicosia sul sito del progetto il 23 marzo – siamo a un punto in cui il protagonista affronta una grande avversità, la sua impresa è a rischio. Solo andando avanti sapremo come va finire».

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