Nuovo capitolo nel tormentato processo per la morte di Giuseppe Uva. Il procuratore reggente di Varese, Felice Isnardi, ha avocato il fascicolo sulla morte del 43enne varesino, deceduto nel giugno del 2008 dopo essere stato fermato e portato nella caserma dei carabinieri, ai pm Agostino Abate (per cui il ministro della Giustizia aveva avviato una azione disciplinare) e Sara Arduini.
La decisione di Isnardi arriva a due settimane da quella del giudice per le indagini preliminari Giuseppe Battarino che l’11 marzo scorso aveva disposto l’imputazione coatta per i carabinieri e i poliziotti che ha ordinato l’iscrizione per omicidio preterintenzionale, arresto illegale, violenza privata e abbandono di incapace. Una decisione che ha di fatto obbligato i titolari dell’indagine a procedere con la richiesta di rinvio a giudizio per due carabinieri e sei poliziotti. La richiesta è stata effettuata lo scorso 20 marzo e il rinvio è arrivato ieri.
Tuttavia, secondo il procuratore reggente Isnardi, la richiesta dei due Pm non avrebbe “rispettato le prescrizioni imposte dall’ordinanza del gip”, manifestando inoltre “profili di illogicità e contraddittorietà rispetto al titolo dei reati ipotizzati”, rischiando così di far ripartire il processo su un binario morto. Da qui la decisione di Isnardi di sostituirsi ai Pm Abate e Arduini, sostenendo lui stesso l’accusa nell’udienza preliminare.
Ad oggi l’inchiesta condotta dai titolari dell’indagine aveva portato all’assoluzione di un medico e a due richieste di archiviazione (bocciate), tralasciando completamente l’ipotesi sostenuta dalla famiglia della vittima, ovvero che Uva, fermato ubriaco per strada insieme ad un amico (“ora forse Giuseppe avrà giustizia”) avrebbe subito violenze in caserma prima di essere ricoverato in ospedale con trattamento sanitario obbligatorio.
La notizia è stata accolta con sollievo dalla famiglia Uva che da tempo sta lottando per avere un processo capace di fare piena luce sulla vicenda: “Sicuramente sarei ipocrita se dicessi che la notizia non ci rallegra – è stato il commento dell’avvocato Fabio Anselmo -. Siamo arrivati veramente troppo avanti, siamo ad un mese e mezzo dalla prescrizione e, dopo ripetuti atti di palese ostilità compiuti dal pm Abate nei nostri confronti, questo ultimo del capo di imputazione illogico e suicida non ci sorprende affatto. Ne viene fuori una pessima immagine della giustizia che tutti i magistrati che quotidianamente lavorano con impegno non meritano”.