Le primarie del centrosinistra a Reggio Emilia continuano a rimanere sotto i riflettori. Dopo le polemiche che in un primo tempo avevano portato il Comitato di garanzia ad annullare il voto al seggio Catomes Tot riservato agli stranieri, ora spunta una telefonata partita da un agente di polizia della Questura, che avrebbe dato indicazioni alla comunità albanese di non votare l’ex assessore Franco Corradini. Dopo le primarie, anche per la bufera che ne seguì riguardo alle preferenze al seggio del centro città, il delegato venne destituito dal sindaco reggente Ugo Ferrari.
Tra le motivazioni c’erano gli attacchi all’ex primo cittadino Graziano Delrio durante il periodo di campagna elettorale, ma veniva menzionata anche la questione del voto agli stranieri. Gli immigrati avevano scelto in maggioranza Corradini come candidato del Pd e l’assessore alla Sicurezza all’indomani dei risultati che avevano incoronato Luca Vecchi, era stato accusato di avere rimborsato il voto agli stranieri in cambio della preferenza accordata. Accuse che, come si è sempre difeso l’interessato, “non sono mai state confermate dai fatti”, tanto che i voti annullati erano stati in un secondo tempo ritenuti validi.
Ora però la testimonianza di Klodian Cami, presidente dell’associazione culturale albanese Aquila, rivela un altro retroscena. Il presidente ha raccontato di avere ricevuto qualche giorno prima del voto, la telefonata di un poliziotto che invitava lui e la sua comunità a non appoggiare Corradini. L’interlocutore avrebbe motivato la telefonata dicendo che in città era noto che gli immigrati albanesi facessero propaganda per l’allora assessore. Il presidente Cami aveva subito riferito l’episodio a Corradini, che si era rivolto alla Digos, consegnando anche il numero telefonico che aveva effettuato la chiamata, per verificare da dove fosse partita.
Sulla vicenda la Questura ha aperto un’inchiesta interna e la Procura di Reggio Emilia ha aperto un’indagine per chiarire per quale motivo sia stata effettuata la telefonata. “Sono in corso le verifiche – ha dichiarato al Resto del Carlino il procuratore Giorgio Grandinetti – oltre ad appurare chi è, occorrerà capire quali siano esattamente le parole pronunciate, e per quali finalità”. Dalle prime ricostruzioni è stato accertato che il telefono da cui è stato raggiunto Cami è in uso alla Questura ed è stata anche identificata la persona che ha effettuato la chiamata. Si tratta di un agente di polizia molto conosciuto a Reggio Emilia. “Non voglio pensare che sia stata la Questura a ordinare di muoversi contro di me – ha spiegato Corradini a ilfattoquotidiano.it – però è giusto che si faccia chiarezza. Quello che mi chiedo è quante altre chiamate contro di me siano state fatte nei giorni prima del voto”. Il candidato alle primarie era arrivato secondo, ma sin dall’inizio la sua candidatura non era ben vista dal Pd, che ha criticato il suo atteggiamento contrario a progetti nati nell’era del sindaco Delrio, come il Vittoria Park, fino ad arrivare alla sua rimozione dall’incarico in giunta dopo l’esito delle urne. “Sicuramente la mia candidatura era un’alternativa al potere costituito dell’apparato – ha commentato Corradini – Sapere che ci sono state telefonate per consigliare di non votarmi è molto grave, anche se alla fine ormai i risultati non si cambiano”.
Corradini ha anche scritto al questore Domenico Savi per chiedere di far luce sull’accaduto, dal momento che l’ex assessore è stato nell’occhio del ciclone prima e dopo le primarie proprio per i voti delle comunità straniere, con cui ha sempre lavorato per progetti sull’integrazione e sulla sicurezza: “Considerando la gravità del fatto e il danno che ne è scaturito nei miei confronti – scrive l’ex membro della giunta riferendosi alla vicenda – vorrei sapere se corrisponde al vero”, e nel caso, auspica che “l’episodio riguardi la singola persona e non la Polizia di Stato”.