Mondo

Zoo di Copenaghen, dopo la giraffa è il turno dei leoni: ammazzati in quattro

Il direttore scientifico dell'Enpa: "La struttura della capitale danese è ormai un mattatoio. I felini ammazzati per evitare aggressioni tra di loro"

Per loro la giraffa Marius, uccisa il 15 febbraio scorso allo zoo di Copenaghen, era stata un lauto pasto. Oggi, però, quattro leoni hanno fatto la sua stessa fine. Torna a far parlare di sè il parco faunistico della capitale danese, dove oggi sono stati ammazzati quattro grandi felini (due adulti e due cuccioli). La notizia, una volta arrivata in Italia, non ha mancato di creare un nuovo vespaio di polemiche. “Più che uno zoo, la struttura di Copenaghen sembra essere diventato un mattatoio; un luogo di morte degli animali oltre che di cattività” è l’attacco del direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri. “Questa volta è stato il turno di quattro esemplari di leone, due anziani e due cuccioli. E la prossima volta a chi toccherà?” ha proseguito il dirigente Enpa, che poi si è chiesta “a quale risibile pretesto ricorrerà lo zoo nel disperato tentativo di salvare la faccia di fronte all’opinione pubblica internazionale?”.

Ilaria Ferri ha infatti ricordato che “Marius è stato ucciso perché di troppo”, mentre “i due cuccioli di leone invece per evitare una possibile aggressione da parte di altri adulti”. “In altri termini – ha sottolineato la Ferri – con una deprecabile operazione di maquillage linguistico, la struttura, che ha definito la soppressione dei cuccioli come eutanasia, vorrebbe quasi lasciare intendere che gli animali sarebbe stati uccisi per nel loro stesso interesse”. “Naturalmente – ha proseguito il direttore scientifico – come dimostra l’ondata di indignazione provocata dalla morte di Marius, l’opinione pubblica internazionale non crede a giustificazioni infondate e pretestuose, e non è più disposta a tollerare simili gesti violenti, crudeli ed inutile ai danni di altri esseri viventi, compiuti da chi, come gli zoo, si vuole addirittura arrogare una funzione di conservazione delle specie; cosa evidentemente che con la cattività non ha nulla a che vedere”. Alla vigilia delle elezioni europee l’Enpa, inoltre, ha colto l’occasione per chiedere a tutti i futuri candidati al Parlamento Europeo di “fermare la barbarie e di porre fine alle strutture di cattività in tutta Europa, zoo, delfinari, acquari, circhi; strutture che spesso non rispettano neanche le normative nazionali e internazionali. Uccisioni come quelle perpetrate in Danimarca non sono più tollerabili e sono in palese conflitto con l’idea di civiltà di cui l’Europa intende farsi portatrice”.

Sulla questione è intervenuta anche l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla. “Il ‘nuovo, assurdo animalicidio’ nello zoo di Copenhaghen, dove sono stati uccisi due leoni anziani e due cuccioli perché ‘serviva spazio’, non solo ripropone l’esigenza di una normativa a livello europeo contro la cattività degli animali (e di impegni precisi in tal senso da parte dei candidati alle elezioni del 25 maggio) ma rende ancor più urgente una risposta all’interrogazione che ho presentato nei giorni scorsi per sapere quanti animali siano stati soppressi negli zoo italiani negli ultimi cinque anni, che età avevano, a quale specie appartenevano, quali erano le loro condizioni di salute, quali le motivazioni alla base della decisione di sopprimerli“. A sentire la parlamentare di Forza Italia, “l’interrogazione prende spunto da un’intervista del direttore esecutivo dell’Associazione europea degli zoo e acquari (Eaza) Lesley Dickier, secondo la quale ogni anno negli zoo europei vengono uccisi fra i tremila e i cinquemila animali. Il numero preciso, spiega il direttore di Eaza, non è certo, perché in molti casi nei registri delle morti non viene indicata la motivazione della soppressione ed è ragionevole pensare che non tutte queste uccisioni vengano effettuate poiché l’animale è gravemente malato e non recuperabile”.

La parlamentare di Fi ha ricordato che “il ministro dell’Ambiente deve esercitare le funzioni di controllo che gli sono attribuite dal decreto legislativo 21 marzo 2005 n.73 ‘Attuazione della direttiva 1999/22/CE relativa alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologicì. Nel nostro Paese, infatti, la soppressione di un animale in uno zoo, non certificata per gravi e irrimediabili dati medico-veterinari, è sanzionata dall’articolo 544-bis del codice penale con le caratteristiche indicate anche da sentenze della Corte di cassazione che hanno ben definito il concetto di non necessità, quali la recente pronuncia n.39053/2013 e la precedente n. 15061/2007″. Per quanto riguarda, invece, lo zoo di Copenaghen, e tutti gli zoo dell’Unione europea, secondo Brambilla “è ora di rivedere norme europee troppo indulgenti verso istituzioni di matrice e carattere ottocentesco come i giardini zoologici”.