Per non dimenticare Fellini. Dopo mesi di passi falsi, fallimenti e debiti (saldati) pare oramai in dirittura d’arrivo il progetto sulla nuova fondazione Fellini di Rimini. Anche se il gelo, o ancor meglio la distanza siderale tra eredi del maestro e amministrazione comunale di Rimini, sindaco Gnassi e assessore alla cultura Massimo Pulini in testa nel coordinare le operazioni di rilancio, non tende a diminuire.
La storia è nota. Alla fine del 2013 la ‘vecchia’ fondazione Fellini spira dopo aver registrato e appianato con fatica 800 mila euro di debiti pregressi. I partner privati della fondazione erano il Comune di Rimini, l’unico ente coi conti in positivo; e poi Provincia di Rimini, con sempre meno risorse e destinata istituzionalmente a scomparire; Aeradria che è fallita; e banca Carim con seri problemi di bilancio. Da qui l’appello dell’assessore Pulini datato febbraio 2014 per far rinascere spazi, interessi e soprattutto investimenti attorno al brand: “Finché non ci sarà qualcosa di stabile legato a Fellini si continuerà a dire che Rimini ha dimenticato il suo maestro. Noi continuiamo a lavorare ed entro la fine del mandato contiamo di avere il Fulgor e il museo virtuale che avevamo iniziato a progettare con Paolo Rosa”. Da qui l’apertura a nuovi soggetti privati, non solo locali, per andare a ricollocare quel patrimonio di oggetti di scena e privati del regista di Amarcord di proprietà del Comune di Rimini (500 disegni originali autografati, i costumi di scena e l’uccello del “Casanova”, alcuni costumi di “Roma” e “La Città delle donne” ndr), acquistati quando ancora c’erano le lire per oltre due miliardi tra Regione Emilia-Romagna e amministrazione comunale riminese.
Intanto il Comune ha tappato la falla della conservazione dei materiali felliniani, tuttora in giacenza nella vecchia sede della fondazione, ma privi di un curatore quotidiano, grazie all’indizione di un concorso comunale, scaduto il 24 marzo 2014, per selezionare un “istruttore direttivo culturale” (categoria D) con competenze specifiche riguardo alla figura del maestro Federico Fellini, da assegnare al settore Cultura”. L’archivista che vincerà andrà ad occupare uno spazio nell’ex cinema Fulgor, la sala in cui il giovane Fellini andava a vedere i capolavori del muto e i primi film sonorizzati, spazio in ristrutturazione da quasi dieci mesi e probabilmente pronto per il 2015. Con esso sorgerà il cosiddetto ‘museo virtuale’ dedicato al maestro, il cui bando sarà pronto per la prossima estate.
Difficile, invece, che il percorso di rilancio felliniano venga compiuto in serena armonia con gli eredi ufficiali del maestro. “I tempi per la realizzazione di una nuova fondazione non li conosco”, spiega al fattoquotidiano.it Federica Fabbri Fellini, figlia della sorella di Federico, “Ho dato le mie dimissioni dalla vecchia fondazione/associazione già nel 2009. Ora sto guardando che accade. Con le istituzioni locali abbiamo colloqui civili”. Un rapporto, quello tra la Fabbri Fellini e le istituzioni riminesi, in realtà mai decollato. Solo a dicembre scorso l’elegante giornalista, nipote del Maestro, si era autodefinita “un’aliena a Rimini”: “Mi farebbe piacere essere informata in anticipo dei progetti che riguardano mio zio, e non essere avvisata a cose fatte con un invito, com’è avvenuto finora”. L’entourage familiare della Fabbri Fellini fa sapere che in qualche modo la donna è stata nel tempo “emarginata” dai processi decisionali riguardanti l’eredità museale del celebre zio. E’ altrettanto vero che da statuto i beni felliniani della fondazione in caso di “scioglimento” della medesima finiscono al Comune che li ha acquistati più di quindici anni fa. Stesso discorso per i proventi derivanti dai film girati dal maestro riminese, rimasti ben saldi nelle tasche dei produttori che nei decenni gli hanno reso disponibili il budget realizzativo. Solo nel caso in cui si iniziasse a commercializzare qualche oggetto con l’immagine e il nome di Fellini ecco che gli eredi potrebbero rivendicare parte del guadagno dovuto alla vendita.
“Nelle sue dichiarazioni pubbliche Federica Fabbri Fellini ha dimostrato più volte la sua contrarietà all’ipotesi di una nuova fondazione o associazione a nome dello zio”, spiega al fattoquotidiano.it, l’assessore alla cultura Massimo Pulini, “Però in questi ultimi anni come giunta comunale stiamo ricomponendo il rapporto tra Rimini e Fellini, che badate bene non è mai venuto meno, programmando nuove intense attività e progetti. Stiamo inoltre lavorando per dialogare serenamente con Francesca. Nel nuovo bando che stiamo ultimando prevediamo un contributo degli eredi relativo alla memoria del regista e a una loro compartecipazione sul biglietto d’entrata”.