La Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa per finanziamento illecito. Il pm titolare del fascicolo, Paolo Ielo, ha ricevuto le carte dai colleghi partenopei che indagano sul sistema di tangenti e fondi neri che ruotava intorno al Sistri, il sistema di monitoraggio per lo smaltimento dei rifiuti. Solo due giorni fa, su richiesta dei pm Catello Maresca, Marco Del Gaudio e Maurizio Giordano, il Gip di Napoli ha emesso quattro ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Lorenzo Borgogni, ex direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica, di Stefano Carlini, ex direttore operativo della Selex Se. Ma., dell’ex parlamentare di Forza Italia Vincenzo Angeloni e di Luigi Malavisi.

A tirare in ballo Lorenzo Cesa sono alcuni indagati. Sabatino Stornelli, ex ad di Se.Ma., l’azienda che ha ottenuto l’incarico di creare il Sistri tramite un contratto secretato del governo Berlusconi, ai pm napoletani dichiara: “La Sedin è una società già accreditata presso la provincia di Roma che svolge le medesime attività effettuate dalle società di Di Martino. La persona che gestisce di fatto la società è tale Nicola Lobriglio di Roma, amico di Borgogni e legato politicamente all’on. Lorenzo Cesa. (..) Qualche volta insieme a Lobriglio mi sono recato presso l’ufficio dell’on. Cesa in via due Macelli nei pressi di piazza di Spagna. Lobriglio mi diceva che dava sempre una mano a Cesa per le elezioni. (..) Anche in questo caso come per Di Martino il sistema delle sovrafatturazioni ha consentito la creazione di fondi neri che sono stati poi distribuiti in contanti”.

La Sedin è la società che ottiene una commessa da 7 milioni di euro più iva per la fornitura di 175mila chiavette Usb da usare sui camion per tracciare la posizione dei rifiuti. Anche Maurizio Stornelli conferma la versione del fratello: “La Sedin è riconducibile a Nicola Lobriglio, una persona di origine calabrese (..). Sono entrato anche in confidenza con lui tanto che mi ha raccontato di essere legato a famiglie mafiose calabresi (..). Tramite Borgogni affermava di aver poi provveduto a finanziare con i soldi delle commesse ricevute da Finmeccanica i suoi sponsor politici e segnatamente l’on. Lorenzo Cesa. Mi raccontava questa circostanza come un dato consolidato ormai nel tempo e riferibile già ad alcuni anni prima nel 2009. Il rapporto era sempre mediato da Angeloni. E anche in questo caso come la sv. mi contesta per averlo appreso da mio fratello Sabatino, ho provveduto a consegnare ad Angeloni una somma di 200mila euro recapitatami da Lobriglio a via Liberiana. Destinatario finale dei soldi a dire dell’Angeloni era sempre Borgogni. Ricordo di aver ricevuto la somma in due tranches: una volta fu lo stesso Lobriglio a portarmela a casa in via Liberiana, un’altra mi chiese di andarla a ritirare a casa sua a Mostacciano nei pressi dell’Eur. Ho poi consegnato i soldi ad Angeloni a via Liberiana”.

E aggiunge: “Lobriglio mi raccontò che era prassi che i soldi ricavati dalle sovrafatturazioni delle commesse Finmeccanica venissero poi destinati a finanziare i partiti ed in particolare, per quanto riguardava lui, il partito di Cesa”. Non è il primo caso in cui il pm Paolo Ielo della procura di Roma si imbatte nei rapporti delle imprese romane con uomini importanti nell’Udc. Il 31 gennaio scorso l’imprenditore Tommaso Di Lernia, titolare di una società che prendeva appalti nel giro Enav e Finmeccanica, nell’ambito del processo che si sta tenendo a Roma ha dichiarato in aula di avere portato 200mila euro al segretario amministrativo di allora dell’Udc, Giuseppe Naro.

da Il Fatto Quotidiano del 26 marzo 2014

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