A Lucia Borsellino, assessore alla Salute, il mandato "per predisporre i provvedimenti necessari ad assicurare la possibilità dell'uso terapeutico dei cannabinoidi nelle strutture sanitarie accreditate, pubbliche e private"
Utilizzare la marijuana per curarsi. A breve potrebbe essere possibile anche in Sicilia, dove la giunta regionale ha compiuto il primo passo per legalizzare la cannabis a scopo terapeutico. Una proposta che arriva direttamente da Lucia Borsellino, assessore regionale alla Salute, già dirigente del medesimo assessorato, quando a guidarlo c’era Massimo Russo. “La giunta ha approvato una delibera con la quale dà mandato all’assessore alla Salute perché provveda a predisporre i provvedimenti necessari ad assicurare la possibilità dell’uso terapeutico dei cannabinoidi nelle strutture sanitarie accreditate, pubbliche e private” recita un comunicato stampa diffuso dal governatore regionale Rosario Crocetta.
La figlia di Paolo Borsellino dovrà adesso approntare una legge regionale per regolare l’utilizzo di medicinali derivati dalla cannabis da somministrare sull’isola. “Il provvedimento – spiegano sempre da Palazzo d’Orleans – nasce sulla base delle modifiche legislative italiane in merito all’uso della cannabis ma anche da più sentenze che hanno riconosciuto a diversi malati, in particolare ai malati affetti da sclerosi multipla, la copertura terapeutica con tale sostanza”. La legge regionale dopo essere stata approvata, dovrà anche superare una possibile l’impugnativa da parte del commissario dello Stato.
Recentemente il governo nazionale non ha impugnato una norma varata dalla Regione Abruzzo, dove quindi è oggi possibile prescrivere medicinali derivati dalla cannabis con oneri a carico del sistema sanitario regionale. In Sicilia la nascitura legge prevederà la prescrizione dei farmaci derivati da cannabis da parte dei medici specialistici all’interno di strutture sanitarie, ma anche in percorsi terapeutici che potranno essere eseguiti in casa del paziente. Fino ad oggi sono sette le regioni che hanno approvato una legge simile: oltre all’Abruzzo, la Toscana, le Marche, il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e la Liguria: negli ultimi due casi però la norma era stata impugnata dal governo allora presieduto da Mario Monti.
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