Mettiamola così. Avete un appuntamento a cena.

Vi verrebbe mai in mente, una volta arrivati, di “esprimere soddisfazione” per essere arrivati puntuali? E’ quello che succede prendendo un treno (categoria business). Entrando in stazione, viene annunciato con una certa enfasi e con molto orgoglio che “è in perfetto orario”. Come se non fosse una cosa da dare per scontata.

Basterebbe già questo per capire che si parlano due lingue differenti. Chi sul treno viaggia, dà per scontato che arrivi in orario. Chi lo fa viaggiare, evidentemente, no.

Ma, per paradosso, sono d’accordo con l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. Più che un tetto agli stipendi, i compensi devono essere proporzionati ai risultati.

Lo ha ripetuto anche l’altro ieri, presentando il nuovo piano Fs: “Non temiamo di essere misurati sui risultati, anzi lo chiediamo, così come chiediamo che tutti siano misurati sui risultati perché sulle chiacchiere non si misura nessuno”.

Già. E forse il problema – mi permetto di dire – è proprio questo. Perché se dei risultati di risanamento economico ci sono stati, mancano quelli che più interessano al maggior azionista: il cittadino comune. Non quello che viaggia sul Freccia Rossa o che viaggerà sui nuovi ETR presentati per l’Expo 2015. Quelli, caro Moretti, sono una minoranza. Secondo i dati Istat, sono il 4 per cento di chi si muove in treno (fonte “Il Sole 24 Ore”). Si parla dei pendolari. Di coloro che quotidianamente prendono un treno per raggiungere il posto di lavoro. Ecco, quelli sono quelli che si sono più scandalizzati leggendo le Sue dichiarazioni.

Sia onesto: farebbe mai una presentazione alla stampa su un treno regionale? Illustrerebbe i magnifici risultati raggiunti su un treno locale? Accetterebbe domande da un pendolare che si sposta ogni giorno su un treno normale delle Ferrovie dello Stato? Lei dovrebbe essere quello che conosce meglio di chiunque altro questa realtà.

Ma se la Sua risposta è sì, dico che ha ragione. Allora, forse, è davvero solo tutto un errore di comunicazione. Si sbagliano tutti (ci sbagliamo tutti) a scandalizzarsi per le sue dichiarazioni. Si sbagliano tutti ad invitarLa – davvero ne avesse lo possibilità – a ricoprire lo stesso ruolo e per lo stesso compenso in un altro Paese. Si sbagliano tutti a giudicare non accettabili i servizi forniti da Fs.

Insomma: abbiamo tutti torto perché la realtà è un’altra. E allora mi piacerebbe, davvero, capirla.

P.S. Solo un ultimo umile consiglio: prima di rispondere per filo e per segno, controlli bene i dati che Le forniscono. Perché, sempre a proposito di errori di comunicazione, Le vorrei ricordare che qualche anno fa Fs ha fatto una campagna pubblicitaria in cui si consigliava la visita di alcune città italiane. C’era anche Matera. Che è una città meravigliosa. Peccato non ci fosse la stazione.

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