La scommessa su Bettino Craxi l’ha vinta lui. Alessandro Haber, 67 primavere tra cinema e teatro, con la pièce teatrale Una Notte in Tunisia ha raccolto solo giudizi positivi da critica e pubblico. Una tournée che dura da parecchio tempo e che approda al Duse di Bologna (28-29-30 marzo 2014) per riportare in scena, su una scrivania disadorna e con tutt’attorno carta da pacchi, il signor X. Nessun lancio di monetine fuori dal Raphael, nessuna rivolta antiamericana nella base di Sigonella, il Craxi di Haber, scritto da Vitaliano Trevisan e diretto in scena da Andrée Ruth Shammah, è un uomo solo, isolato, mentre cala il sipario sulla sua vita. “E’ una riabilitazione umana non politica di un personaggio che fa parte della storia d’Italia”, spiega l’attore bolognese al fattoquotidiano.it, “non lo imito ma lo evoco, e soprattutto non lo giudico. Anzi il personaggio in scena è antipatico, arrogante, sprezzante, ma alla fine fa molta pena. In fondo chi non ha sbagliato nella vita?”.
Malumori e contestazioni per Una Notte in Tunisia non ce ne sono state, né da destra né da sinistra: “Bisogna avere coraggio”, spiega Haber, “troppo facile continuare a portare a teatro i grandi come Shakespeare o Cechov. Abbiamo il dovere di fare del teatro contemporaneo, usare testi di scrittori vivi. In fondo il Craxi signor X è un Re Lear o un Riccardo III”. Il leader politico socialista morì in esilio ad Hammamet il 19 gennaio del 2000, dopo essere divenuto il simbolo delle ruberie dell’epoca di Tangentopoli per l’intero sistema politico italiano: “Berlinguer è il politico che amo di più, il più onesto, quello che era al di sopra di tutto e di tutti”, prosegue Haber, “Craxi invece, come Togliatti o Almirante, aveva una personalità carismatica, una capacità dialettica, nonostante tutto, incredibile. Certo all’epoca, nel momento caldo della contestazione e del declino anch’io lo giudicai senza pietà. Oggi da uomo di sinistra dico: sicuramente ha sbagliato, ma in questi 20 anni è avvenuto un bel vomito. Berlusconi, ad esempio, ha fatto molto di peggio”.
“Sono amareggiato che siano svanite le ideologie del Novecento”, continua, “la sinistra una volta era un fiume, mentre oggi è un rivolo; o meglio il rosso che la contraddistingueva è diventato marrone. Oggi se dovessi credere in qualcuno, mi affiderei a Papa Francesco. Mi sembra un uomo sincero, rimasto coerente alle sue umili origini nonostante attorno a lui ci siano persone che lo odiano. Uno così lo vedrei bene al governo, davvero”. Anche se la cosa che fa più male, per un attore di “sinistra” che gira il mondo a presentare l’arte italiana è questa destra estrema che ha vinto le ultime amministrative in Francia: “La protesta finisce sempre lì, che schifo. L’egoismo degli uomini è fatale. Gli xenofobi mi fanno davvero paura. Certo, è strano che un paese come la Francia dove a differenza dell’Italia con la cultura ci mangiano eccome, essere arrivati a questo punto estremo”.
L’Haber di Una notte in Tunisia torna ufficialmente a Bologna dopo il pasticciaccio del licenziamento dall’Arena del Sole nel giugno 2011 durante le prove dell’Otello di Nanni Garella: “Mi hanno chiesto scusa perché hanno capito di aver sbagliato. La questione è chiusa da tempo, tanto che in questi giorni ho incontrato il direttore dell’Arena per parlare di un progetto da produrre insieme. L’unico rammarico, lo dico per il pubblico, è che quell’Otello non lo vedrete mai”.