“A tutti voi che volete di nuovo inquinarci, ve lo diciamo un’altra volta: Jatevenne! (andatevene, ndr)”. Tre anni dopo la chiusura della mega discarica di Cava del Poligono, i cittadini di Chiaiano, quartiere nord di Napoli, sono di nuovo scesi in strada per dire no all’invaso che il commissario straordinario alle discariche, Raffaele Ruberto, vorrebbe aprire a poche centinaia di metri dal primo. Uno smacco, soprattutto se si pensa che per la gestione della vecchia discarica, voluta da Berlusconi e Bertolaso, sono da poco finite in manette 17 persone, indagate a vario titolo per associazione di stampo mafioso, traffico illecito di rifiuti, falso. “Quando abbiamo saputo della volontà di aprire un’altra discarica pensavamo a una barzelletta”, dice Palma, che dei comitati antidiscarica del quartiere è da sempre stata una delle principali animatrici. “Forse non si sono resi conto della situazione, invece di chiedere scusa al territorio ci vogliono portare altra spazzatura”. Ma a manifestare a Chiaiano non erano solo i cittadini del quartiere: in centinaia sono arrivati dai Comuni limitrofi e da città più lontane. Come le Mamme vulcaniche, protagoniste delle proteste contro la discarica di Terzigno, in pieno parco del Vesuvio. Anche quella voluta da Berlusconi: “Noi le discariche non le vogliamo né a Terzigno né altrove – dice una di loro -perché le alternative ci sono ed è lo Stato a non volerle”. Perché? “Beh, lo sappiamo tutti: fare buchi è più comodo, c’è un giro di denaro molto maggiore” di Andrea Postiglione