“Francesco, Francesco!”. La corsa disperata di Pina, poi lo sparo. Nessuno può dimenticare Anna Magnani e gli eroi resistenti di Roma città aperta. Tutti ricordano il sacrificio di don Pietro, con il volto dolente di Aldo Fabrizi, in quella città devastata dal furore nazi-fascista. Ebbene una tra le pellicole più rappresentative del neorealismo italiano, il film che è diventato il simbolo della Resistenza e dell’Italia post-bellica che rimetteva insieme i pezzi dopo il secondo conflitto mondiale, il capolavoro senza tempo di Roberto Rossellini è pronto per tornare nelle sale italiane, in versione restaurata e nel mese della Festa della Liberazione, da lunedì 31 marzo fino alla fine di aprile, in oltre 70 cinema.
Roma Città Aperta, il lungometraggio che proiettò l’attrice romana nell’olimpo delle star di fama internazionale, fu il primo capitolo della Trilogia della guerra diretta dal regista. Poi arrivarono Paisà nel 1946 e Germania anno zero, due anni più tardi. Presentato in concorso al Festival di Cannes del ’46, dove vinse il Grand Prix come miglior film, la pellicola ottenne anche una candidatura al Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale, che porta la firma oltre che del regista anche di Sergio Amidei, Ferruccio Disnan e di un altro maestro, Federico Fellini.
Emblema di un popolo e di una nazione che si rialzava dalla desolazione della guerra, era stato inizialmente concepito con una struttura a episodi e con il titolo di Storie di ieri, per poi raggiungere la definitiva stesura con l’intreccio delle vicende di personaggi indimenticabili e indimenticati come Pina e don Pietro Pellegrini, legate in un’unica storia nella Storia.
La scena centrale del film, quella in cui Pina rincorre il camion che porta via il marito catturato dai tedeschi, è probabilmente la sequenza che più di ogni altra fa pensare alla potenza del cinema neorealista ed è tra quelle che identificano nel mondo il cinema italiano. Vincitore di due Nastri d’Argento, Roma Città Aperta è nell’elenco dei cento film italiani da salvaguardare, con il merito di aver cambiato la memoria collettiva del Paese tra il ’42 e il ’78 ed è il nuovo titolo del progetto “Il Cinema Ritrovato. Al cinema” ideato per permettere al pubblico di ammirare in sala i grandi classici restaurati.
Un restauro che è il frutto della collaborazione di tre istituzioni diverse, l’Istituto Luce Cinecittà, la Fondazione Cineteca di Bologna e la Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale che hanno unito gli sforzi nel “Progetto Rossellini” rendendo possibile il recupero dei titoli più importanti della filmografia del regista romano, tra cui La macchina ammazzacattivi, Viaggio in Italia e Stromboli terra di Dio, pellicole presentate in questi anni all’interno dei maggiori Festival nazionali e internazionali. “Con Roma Città Aperta l’Italia ha riconquistato il diritto di guardarsi di nuovo in faccia” diceva Jean-Luc Godard e grazie a questa iniziativa, promossa dal Circuito Cinema, anche le nuove generazioni avranno modo di ammirare una delle pietre miliari della cinematografia mondiale, che è anche e soprattutto un frammento autentico della storia d’Italia.
Il trailer del film restaurato dalla Cineteca di Bologna