Uno degli ambiti di maggior di maggior studio e ricerca psicologica moderna è il comportamentismo e la sua evoluzione cognitivista. Si tratta dello studio della relazione fra stimoli ambientali e risposte comportamentali. Fra i primi e più famosi studi sull’argomento ricordiamo le ricerche di Pavlov sul riflesso condizionato, effettuate fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. In un esperimento con dei cani questo scienziato faceva precedere il momento in cui portava il cibo da un campanello. Nel giro di poco tempo i cani salivavano, non solo di fronte al cibo, stimolo reale capace di determinare questa reazione, ma anche solo udendo il campanello che veniva quindi chiamato “stimolo condizionato”.
Nella mia attività clinica capita spesso di riscontrare comportamenti che possono fare riferimento a questo paradigma psicologico nelle coppie che si stanno separando. Succede in queste situazioni che qualsiasi decisione di uno dei partner, solo per il fatto di essere stata presa da lui o lei, scateni nell’altro una reazione immediata di rigetto e contrapposizione. Non conta se il partner ha deciso qualcosa che poteva andare bene anche all’altro, conta il fatto che, per riflesso condizionato, ogni sua decisione divenga immediatamente ostile e sgradevole. Se la moglie vuole portare il figlio allo zoo la domenica, al marito viene immediatamente in mente che allo zoo si può prendere freddo, che questa settimana il bimbo deve finire i compiti, che aveva già pensato di portarlo da sua madre…
Come spettatore della scena politica nazionale ho notato meccanismi di questo tipo nei rapporti fra i vari partiti.
Succede che se un partito di opposizione propone una legge questa viene immediatamente osteggiata e scartata dai partiti di governo. Specularmente tutti i provvedimenti del governo fanno scattare nelle opposizioni il riflesso condizionato oppositivo. Anche le proposte che tutti i partiti durante la campagna elettorale avevano formulato non trovano mai accoglienza nei reciproci oppositori. Il meccanismo del rifiuto è chiaramente “a prescindere” anche se poi viene condito di giustificazioni fittizie, classificabili come:
temporali (si poteva fare prima o dopo);
quantitative ( si potrebbe fare meno o di più);
qualitative ( si potrebbe fare in una delle innumerevoli varianti).
Facciamo l’esempio delle auto blu dei politici. Tutti le vogliono tagliare ma: “si doveva fare prima” , “in modo più radicale”, “cedendole in altro modo”, “non acquistando più auto nemmeno per i poliziotti o i vigili urbani” etc.
Non ho gli strumenti per sapere quante auto di servizio per i politici siano effettivamente utili e necessarie e in quali modi si possa ridurre l’esborso economico che alcune volte viene descritto come enorme. Per questo non mi soffermo sul chiedermi chi abbia ragione o torto.
Mi preme sottolineare il forte danno che il riflesso condizionato oppositivo determina sia per il governo che per l’opposizione. Alcune proposte delle opposizioni dovrebbero essere fatte proprie dal governo senza sempre ritenere che in esse si nasconda un cavallo di troia atto a scardinare la maggioranza. Viceversa le opposizioni non dovrebbero interpretare il loro ruolo solo in termini di contrapposizione, ma accogliere alcune leggi del governo per migliorarle.
Il prevalere del riflesso condizionato caratterizzato dalla contrapposizione a prescindere solo per fini di propaganda a breve termine determina un grave danno alla possibilità di trovare soluzioni utili per tutti noi.