La prossima guida dell'Agenzia interregionale per il fiume Po sarà scelta attraverso un bando pubblico e dovrà contare su uno stipendio ridotto. E' la prima volta dall'istituzione dell'organo, fortemente contestato dopo l'emergenza maltempo di gennaio scorso (soprattutto per i costi dei 12 consiglieri e del direttore). I comitati di cittadini: "Non basta"
Alla fine le polemiche un effetto l’hanno sortito: il successore di Luigi Fortunato a direttore dell’Agenzia interregionale per il fiume Po sarà scelto attraverso un bando pubblico. E dovrà contare su uno stipendio ridotto. E’ un’iniziativa che non ha precedenti nella storia di Aipo quella resa pubblica sul proprio portale online dall’agenzia incaricata della sicurezza idraulica del territorio del bacino del Po, che per la prima volta dalla sua istituzione, nel 2003, raccoglierà “le manifestazioni di interesse al conferimento dell’incarico di direttore dell’Agenzia interregionale per il fiume Po”. Aprendo le porte della selezione “a tutti i candidati idonei”, che verranno valutati sulla base di “esperienze comprovate e competenze” preferibilmente “tra persone che abbiano ricoperto incarichi di responsabilità gestionale presso strutture pubbliche o private”.
Per quanto riguarda la voce ‘emolumenti’, nel bando si precisa anche quanto guadagnerà il prossimo numero uno di Aipo. Se Fortunato, al centro delle polemiche che hanno investito l’agenzia quando il fiume Secchia ruppe l’argine destro sommergendo Comuni e frazioni tra Modena, Bastiglia e Bomporto, aree in parte anche terremotate, guadagnava all’anno 180.000 euro lordi, a cui si somma fino a un 27% in più derivante dalle indennità di risultato, in tutto, nel 2012, 219.366 euro, il nuovo direttore percepirà 126.000 euro annui lordi più bonus di risultato. Un taglio che non alleggerisce poi così tanto il peso di una struttura che oggi conta 12 dirigenti, ciascuno dei quali con uno stipendio, sempre secondo i dati riportati sul sito web di Aipo, non inferiore ai 77.000 euro all’anno, ma che rappresenta “un segnale” da parte delle istituzioni che poi fanno anche parte del Comitato di Indirizzo. Perché se spetterà alla Procura di Modena verificare eventuali responsabilità correlate al cedimento dell’argine destro del fiume Secchia, è lunga la lista di coloro che chiedono un intervento sull’Agenzia, che in prima battuta aveva attribuito alle tane delle nutrie la responsabilità del disastro, per poi fare un passo indietro e parlare di “evento non prevedibile” e di fondi “insufficienti” a gestire la rete idrografica: in primis sindaci dei Comuni alluvionati e cittadini, i primi a parlare di “una tragedia annunciata che si poteva evitare” e “scarsa manutenzione del fiume Secchia”.
E sono proprio i cittadini a sollevare i primi dubbi sulla modalità di selezione del nuovo direttore. “Non vorremmo – spiega Manuela Gibertoni, voce di un comitato di famiglie alluvionate – che Fortunato fosse il capro espiatorio, e che Aipo si sentisse la coscienza a posto solo per averlo sostituito. Perché non è così. E poi, anche se la selezione è aperta a tutti, a decidere sono sempre gli stessi. E’ un passo, ma noi non ci facciamo incantare. L’alluvione ha provocato un disastro e per noi c’è sempre un solo responsabile, che ha un nome e un cognome: Aipo”.
“Il taglio dello stipendio così com’è non basta – attacca anche Luigi Caligiuri, segretario del sindacato autonomo Csa per l’Emilia Romagna e dipendente Aipo – abbassiamo il tabellare a 20.000,00 euro come un impiegato medio e il resto paghiamolo mediante il raggiungimento di obiettivi veri e misurabili. Solo così, finalmente, qualcuno si impegnerebbe a rendere efficiente l’Agenzia e a lavorare per collocarla come unica e necessaria realtà nel panorama nazionale. Diversamente perché uno dovrebbe darsi da fare se guadagna di base già 10.000,00 euro al mese?”.
Tanto che, se secondo l’Agenzia, interpellata da ilfattoquotidiano.it, la nuova procedura insegue le orme del principio di trasparenza, mantra di molti amministratori nazionali e locali, c’è chi attribuisce al disastro provocato dall’alluvione del 19 gennaio scorso, la ragione di questa novità. Lo stesso presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, del resto, aveva assicurato che l’ente, finanziato in parte dallo Stato e in parte dalle Regioni firmatarie dell’accordo che l’ha istituito, Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia Romagna, sarebbe stato riformato. E se riforma deve essere, si parte dalle modalità di selezione del successore di Fortunato, e dallo stipendio che tale futuro direttore riceverà.
Per la selezione, i curricula dei candidati non saranno pubblici e il direttore sarà scelto da una commissione di tecnici e dirigenti scelta dal Comitato d’indirizzo, formato da Roberto Ravello (Fdi), assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Viviana Beccalossi (Fi), assessore al Territorio della Regione Lombardia, Alfredo Peri (Pd), assessore ai Trasporti della Regione Emilia Romagna e Maurizio Conte (Ln), assessore all’Ambiente della Regione Veneto. Tuttavia il bando è aperto. Nell’avviso pubblicato online, infatti, oltre a modalità e procedure di valutazione, si elencano i requisiti che “costituiranno criteri di valutazione”: Oltre alla laurea, conditio sine qua non, saranno preferite “pregresse esperienze professionali specifiche con riferimento alle funzioni dell’Agenzia, risultati organizzativi ottenuti nello svolgimento di precedenti funzioni dirigenziali”, “un’apprezzabile progettualità in relazione all’organizzazione di strutture complesse e la capacità di ottimizzare le risorse umane, strumentali e finanziarie assegnate”.