L’Eternità in 3D, “Ultra HD” e su grande schermo. Il 27 aprile prossimo, dalle 9h30 del mattino, l’umanità Cristiana assisterà alla canonizzazione in Piazza San Pietro dei due pontefici più amati del XX secolo: Giovanni XXIII e Papa Wojtyla. A celebrarne la santità il loro successore, già adorato nel mondo come una rock star, Papa Francesco. A Roma si attendono non meno di 5 milioni di pellegrini, una cifra sovrumana. La Chiesa in festa, e i media pure: i grandi della tecnologia si sono consorziati in qualcosa senza precedente: trasmettere nel mondo la cerimonia in 3D in diretta tv e nelle sale cinematografiche gratuitamente. Sacro e profano mai così uniti sotto la spinta del desiderio populi, a cui la tradizionale maratona di Rai Uno delle domeniche mattina non basta più: no, stavolta i fedeli vogliono “esserci, partecipare”. Anzi “condividere” come ama dire e twittare papa Bergoglio, il quale non ha mancato di sorvegliare l’operazione in quanto avvenimento che “necessita un’ermeneutica particolare perché evento religioso”.
L’idea plurimediale arriva dal Centro Televisivo Vaticano (CTV), nella figura del direttore Mons. Dario Viganò: “Non si tratta di soddisfare curiosità tecnologiche, bensì di offrire un servizio di carità a chi non potrà essere a Roma quel giorno ma vuole comunque parteciparlo, avere la sensazione di essere dentro Piazza San Pietro”. A questo serve dunque “l’avvolgimento sensoriale” del 3D, in cui la trasmissione sarà prodotta internazionalmente con le firme del CTV in partnership con Sky Italia, BSkyB, Sky Deutschland che lo diffonderanno sui canali HD 3D dei rispettivi Paesi (inclusa l’Austria), mentre è affidata alla Sony la tecnologia in 4K e la sperimentale “Ultra High Definition con cui saranno effettuate le riprese. I non abbonati Sky e chi desidererà l’esperienza estrema del grande schermo 3D, dovrà infine ringraziare la Nexo Digital che distribuirà lo show gratis (anche i gestori dei cinema non dovranno pagare la tassa di noleggio al distributore, il che è cosa buona..) in 500 sale di 20 Paesi, di cui 120 schermi sparsi per la Penisola. Le premesse sulla carta si autocommentano, e di certo ci sono più filosofia, psicologia sociale, antropologia culturale e sociologia dei media in questo trionfo di aggregati simbolici senza precedenti che non in un trattato accademico specialistico.