Si chiama polynomoskedio ed è una sorta di megadecreto d’urgenza che ha fatto l’ennesima rivoluzione in Grecia: il provvedimento liberalizza taxi, autotrasporti, farmacie e panetterie ma al suo interno è contemplata anche la ricapitalizzazione delle banche. La Grecia che a Bruxelles chiederà un’altra tranche di prestiti all’Eurogroup (ballano 8,5 miliardi di euro) da oggi vedrà triplicarsi il numero delle farmacie senza vincoli o limiti chilometrici, con farmaci venduti anche al supermarket, con nuovi contratti collettivi (a cui l’alternativa per il lavoratore è la disoccupazione), con il pane che sarà venduto anche in altri negozi di alimentari, quindi non più solo in panifici o supermercati.
Una sorta di grande lenzuolata di provvedimenti, avviate, nelle intenzioni, per stimolare il mercato e uscire dalla crisi. Per tutta rsposta scioperano da oggi i farmacisti in tutto il Paese che fino a ieri erano in attesa dei crediti maturati con lo Stato, con una piccola deroga di tre ore per consentire ai cittadini di fare riformimento di medicinali, mentre a Berlino si registra la soddisfazione del ministero delle finanze Schaeuble secondo cui la Grecia dopo questa legge “non è più una minaccia per l’euro”.
Altro punto controverso votato riguarda il latte. La Grecia è l’unico Paese dell’Unione Europea che definisce per legge come latte “fresco” quello di semplice o di bassa pastorizzazione e fissa in cinque giorni la durata del prodotto per il consumo. Ma la troika, al fine di armonizzare la legislazione greca a quella dell’Ue, chiede che la scadenza venga prolungata a 10 giorni. La troika ha chiesto (e il Parlamento ha votato) che la durata del prodotto non sia più decisa dal governo ma che sia compito dell’azienda produttrice stabilirla a seconda della tecnologia di cui dispone, e siccome in Grecia non ci sono aziende che lo fanno a lunga conservazione, la rosa si ridurrebbe a pochi colossi.
Il decreto è passato con 151 voti favorevoli a 134 contrari. Il primo ministro Antonis Samaras ha detto che il paese ha compiuto “un passo enorme per la Grecia del futuro”. Ma ha aggiunto di aver espulso dal suo partito (i conservatori di Nea Dimokratia) coloro che avevano votato contro. In precedenza l’opposizione del Syriza aveva avviato un voto di sfiducia contro il ministro delle finanze Yannis Stournaras che però non è passato. In questo modo Syriza intendeva impedire il voto sul pacchetto legislativo.
Secondo Alexis Tsipras il decreto è “un crimine contro il nostro popolo e il nostro paese”, e Stournaras è “l’esecutore principale dell’accordo per la morte della società greca”. Oltre alla grande stampa tedesca che usa toni trinfalistici, la soddisfazione ad Atene è solo tra i banchi del governo (che ha perso due sottosegretari per protesta contro il decreto) con il ministro delle Finanze Yannis Stournaras che sottolinea come l’Ue e l’intera comunità internazionale abbiano anche riconosciuto il raggiungimento dell’avanzo primario nel bilancio del 2013.
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