“Il nostro timore è che si vada da una Repubblica parlamentare ad una dittatura di fatto“. Lo afferma la deputata del M5S, Roberta Lombardi, intervenuta a “Effetto Giorno”, su Radio24, a proposito dell’appello “La svolta autoritaria”, lanciato da Zagrebelsky contro le riforme costituzionali e sostenuto da Grillo e dal suo movimento. “Il problema vero di queste riforme costituzionali” – spiega la parlamentare – ” è che porterebbero la nostra Costituzione a diventare scadente, com’è scadente la classe politica che vorrebbe metterci le mani. Nel momento in cui vado a toccare un punto della Carta Costituzionale o un potere, devo andare a riallocare tutto il sistema di contrappesi“. E aggiunge, con riferimento al premier: “Dire ‘ho fretta perché voglio eliminare il Senato’ per fare scena e prendere il voto alle elezioni europee, è estremamente pericoloso e dannoso per il Paese. A questo si aggiunge che già il Parlamento è esautorato della funzione legislativa, che abbiamo un presidente della Repubblica che ha interpretato in maniera estensiva quelle che sono le attribuzioni che gli ha dato la Carta Costituzionale, che ormai il governo se la canta e se la suona”. Roberta Lombardi si esprime poi sul bicameralismo perfetto: “C’è una discussione da anni, ma una posizione di sintesi del M5S espressa da un voto ancora non c’è. Ma un anno di esperienza parlamentare mi ha portato dall’avere una posizione neutra a dare una netta prevalenza al fatto che in questo momento storico, con questa classe politica il bicameralismo è l’unica salvezza in alcune occasioni. Mi viene in mente” – continua – “la legge sulle intercettazioni o la deroga del 138: il doppio passaggio fu inserito dai padri costituenti non per un capriccio, ma proprio per dare peso e ponderatezza all’attività legislativa parlamentare”. E sottolinea: “Se questa riforma del Senato dovesse passare, noi del M5S non ci troveremmo assolutamente in difficoltà. Abbiamo dimostrato coi fatti e non a chiacchiere, come fa sempre Renzi, che si può fare politica a basso costo e comunque di qualità. C’è una deriva demagogica vera in questo Pd di Renzi” di Gisella Ruccia