Hanno provato il tutto per tutto. Per due ore i medici di Villa Mafalda, clinica privata romana, hanno tentato di riportarla in vita, ma alla fine non c’è stato più nulla da fare. Giovanna, 10 anni, si è spenta in quella casa di cura dove avrebbero dovuto ricostruirle la membrana timpanica. I genitori non si danno pace, continuano a chiedersi come possa essere accaduto. “Era un intervento di routine. Com’è possibile che per una banale operazione chirurgica all’orecchio mia figlia possa essere morta?”, si domanda ininterrottamente il papà che ha presentato denuncia ai carabinieri. La casa di cura si dice “affranta” per la morte della piccola ed “esprime la sua indiscutibile fiducia nell’operato dei medici”, che hanno “lottato a lungo per salvare la vita della bambina“. La procura di Roma ha già aperto un’inchiesta per omicidio colposo, mentre fascicoli, documenti e cartelle cliniche sono state sequestrate dai militari dell’Arma. Sette componenti l’equipe medica che ha operato la bambina sono indagati per omicidio colposo. Si tratta di due otorini, dell’anestesista e altro personale medico-sanitario presente durante l’intervento chirurgico.
Tutto è accaduto quando la piccola Giovanna, accompagnata dai genitori, entra nella sala operatoria per la ricostruzione della membrana timpanica lesionata probabilmente per una serie di infiammazioni passate. Le cose però non vanno come previsto e l’operazione si protrae per ore. Poi il drammatico annuncio della morte. La bimba, secondo quanto riferito dai genitori, non avrebbe mai sofferto in passato di patologie particolari né sarebbe mai stata sottoposta ad altri interventi. A chiarire le cause del decesso sarà l’autopsia che probabilmente sarà effettuata all’istituto di medicina legale del Verano.
“Né le indagini né la denuncia riguardano in alcun modo l’adeguatezza della struttura”, ribadisce la casa di cura, finita già nel ciclone delle polemiche in seguito alla morte di Alberto Bevilacqua, avvenuta lo scorso settembre. In quell’occasione la procura iscrisse nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo, i quattro medici dell’equipe che per undici mesi si prese cura dello scrittore. Una decisione che venne definita “ridicola” dai dirigenti di Villa Mafalda.