Il Giornale della Vela ha organizzato il tiro mancino e noi, insieme a tanti altri, ne siamo stati vittima. Non ci sono scuse: complimenti ai colleghi
Ebbene sì. Ci siamo cascati anche noi. La notizia secondo cui l’ex premier Massimo D’Alema si è iscritto in extremis alla regata Roma per Uno altro non è che un pesce d’aprile. L’ideatore? Il Il Giornale della Vela. Le vittime? Tanti utenti del web e soprattutto noi, la redazione de ilfattoquotidiano.it. Uno scherzo ben organizzato, non c’è che dire. Gli indizi del fatto che si trattasse di un tiro mancino, del resto, erano disseminati nel corpo dell’articolo come spine seminascoste. Con abilità. E noi non ce ne siamo accorti. A spiegarcelo, in serata, è stato lo stesso organo di informazione per velisti, che ha pubblicato un secondo articolo ‘a tema’ in cui ha illustrasto il tiro mancino. Testuale: “Eppure gli indizi per capire che si trattava di una bufala c’erano tutti: a cominciare dal nome della barca, “Swordfish”, ovvero “pesce spada”. E dal nome del team di supporto meteorologico, “Pezmeteo.com” (“per” in spagnolo significa appunto “pesce”). La notizia ha fatto il giro della rete, soprattutto sui social, scatenando un vero e proprio putiferio di commenti: c’è anche chi ha detto che “avere un politico a bordo potrebbe essere una soluzione per fregare sui compensi”.
Immaginando le risate (lecite) dei colleghi de Il Giornale della Vela, quelle (amare) dell’ex presidente del Consiglio e gli improperi (giustificati) dei nostri lettori e commentatori, non ci resta che ammettere di esser cascati nella rete, fare i complimenti ai colleghi….e ricordare che chi la fa l’aspetti. E per fortuna che tra qualche ora sarà due aprile.