Il blitz a Cortina nella notte di San Silvestro del 2011, che scatenò le ire di albergatori, turisti e politici e fece gridare allo “Stato di polizia”, finora ha fatto incassare alle casse pubbliche più di 2 milioni di euro, di cui 1,2 milioni di Ires e Irap, 224.000 euro di Iva e 675 mila euro in sanzioni. Lo ha riferito il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera ai senatori della commissione Finanze. Dei 163 accertamenti avviati, la stragrande maggioranza, cioè 142, sono stati definiti e incassati, mentre gli altri 21 sono oggetto di ricorso.
Traduzione, il blitz è stato deciso alla luce di dati precisi. Quella notte calarono sulla Regina delle Dolomiti 80 ispettori e, per magia, diversi bar, locali e negozi registrarono un’impennata improvvisa degli incassi. Non solo, nei giorni successivi si scoprì che 42 delle persone controllate giravano con Ferrari, Porche, Jaguar e altri gioielli dell’industria automobilistica, dichiarando redditi annui da 30.000 euro. In quei giorni l’indice di gradimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate era alle stelle in tutt’Italia tranne che a nord del Cadore. Lì albergatori e negozianti temevano di perdere i loro clienti fuggiti verso lidi meno fiscali, come la svizzera Sankt Moritz.
Oggi il vicesindaco Enrico Pompanin non vuole entrare nel merito dei dati: “E’ difficile commentare una notizia caduta dall’alto esattamente come il blitz che ci ha colpito – poi aggiunge – Non ho mai potuto avere sotto mano i dati, sebbene li abbia chiesti per due anni”. E preferisce cancellare l’immagine di una Cortina rifugio di nababbi col vizietto di evadere. “Siamo stati dipinti come fuorilegge, quando in realtà siamo un piccolo centro di montagna che lavora sodo. Molti dei visitatori sono ricchi. Ma la gente di qua lavora tanto e onestamente” dice Pompanin. Ma anche a Befera tutta quella pubblicità su Cortina non piace tanto: preferirebbe si parlasse ad esempio del blitz fra le aziende cinesi fatto a Prato qualche giorno fa. Nella capitale del tessile, dove il 2 gennaio 2013 sono morti bruciati 7 operai cinesi in una delle tante aziende più o meno fantasma, gli 007 del fisco hanno fatto un’operazione più pesante che a Cortina. Nel blitz sono state controllate 60 aziende in mano a cittadini cinesi per conoscere l’organizzazione e le strutture.
Davanti ai senatori della Commissione Finanze, Befera ha ricordato il dato diffuso ieri dei 13,1 miliardi di euro di gettito recuperato nel 2013. Una cifra in crescita sul 2012 e di cui l’Agenzia dell’Entrate ha recuperato direttamente 9,3 miliardi (gli altri sono stati riscossi da Equitalia). Una cifra che Befera sottolinea per rivendicare l’aumento di efficienza dei suoi uomini a fronte di 9.000 unità tagliate dal 2001 al 2013 e una produttività salita del 23,19% (+1,71% medio annuo) grazie ad azioni mirate verso i grandi evasori. Insomma, fa capire Befera, non c’è più spazio per altri tagli lineari “che limitano soprattutto l’azione di contrasto all’evasione”, come manda indirettamente a dire al Commissario della Spending Review Carlo Cottarelli. Tanto più che dal fronte dell’evasione c’è ancora molto da ricavare. La cifra del Tax-Gap (cioè il mancato gettito fiscale imputabile soprattutto all’evasione, ma anche agli errori commessi dai contribuenti e dalla crisi di liquidità che impedisce di fatto il pagamento delle tasse) è stata valutata in circa 90 miliardi.