Il consulente internazionale Iss raccomanda agli investitori istituzionali di votare per l'attuale presidente Eni. Che in un'intervista delinea la sua strategia e annuncia che la compagnia telefonica "si avvia a diventare una vera public company"
Giuseppe Recchi sarà con tutta probabilità presidente di Telecom. L’attuale presidente Eni, candidato al vertice della compagnia telefonica dalla holding di controllo Telco, ha infatti ottenuto l’endorsement della società di consulenza Iss, che in un report datato 1 aprile consiglia agli investitori istituzionali di votare per Recchi alla presidenza e per la lista di Assogestioni. Lo scrive Il Sole 24 Ore. Nel rapporto, Iss sottolinea che Recchi “sarà sicuramente votato in consiglio e quindi idoneo ad assumere la presidenza”, mentre Vito Gamberale, proposto dalla Findim dell’azionista Marco Fossati, “potrebbe non essere eletto, considerando l’attuale struttura azionaria di Telecom e i risultati di voto passati”. Per i fondi, quindi, è “più sicuro votare per Recchi”, l’uomo scelto da Telco (che riunisce la spagnola Telefonica, Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo), anche se “non ha le competenze del settore tlc che ha Gamberale”. L’advisor Glass Lewis il 31 marzo aveva diffuso la stessa raccomandazione, aggiungendo che Gamberale, amministratore delegato del fondo per le infrastrutture F2i, se eletto presidente di Telecom rischierebbe di essere in conflitto di interesse perché F2i è azionista di maggioranza di Metroweb, gruppo proprietario della più grande rete in fibra ottica d’Europa.
Oggi Recchi parla con il Corriere della Sera nelle vesti di presidente in pectore e disegna i contorni del proprio programma. A partire dalla volontà di fare da garante “tra gli azionisti e il management, con una priorità: far funzionare bene il board, che è l’organo supremo della società”. Per un presidente, dice Recchi, “non sono importanti deleghe specifiche, ma la capacità di fare squadra. E io sarei contento di far parte di una organizzazione così ricca di competenze”. “Il consiglio di amministrazione è l’organo sovrano e ogni consigliere, una volta eletto, deve spogliarsi della maglietta di lista che ha indossato e avere come unico obiettivo l’interesse della società, che a sua volta è quello di tutti gli azionisti”, continua il chairman di Eni e vicepresidente di Ge Capital.
“Telecom si avvia a diventare una vera public company“, dice poi Recchi. “Nel giro di qualche mese Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali usciranno di scena. Lo hanno annunciato e lo faranno. Rimarrà soltanto Telefonica che, come socio al 15%, sarà soltanto un partner industriale. Avrà un ruolo importante, diverso però dall’essere l’azionista di controllo o di riferimento”. Quanto al piano industriale, “c’è, è stato presentato dall’amministratore delegato Marco Patuano, approvato dal board e presentato ai mercati. Modifiche sono sempre possibili, con il contributo di chiunque, e la funzione del consiglio di amministrazione è esaminarle con attenzione”.