Alla presentazione della Casa rossonera, l'ad ha illustrato il progetto per rilanciare il club, soffocato dai bilanci in rosso e con una stagione alle spalle da dimenticare. La figlia dell'ex premier, nella sua prima conferenza stampa, glissa su una possibile candidatura alle prossime elezioni europee
Presenta la nuova casa del Milan ma parla a tutto campo l’ad rossonero Barbara Berlusconi. E nella sua prima conferenza stampa glissa (ma non smentisce) sulla possibile candidatura alle prossime elezioni europee, dove compare il nome di famiglia nonostante il padre sia incandidabile: “Oggi no, per favore. Da domani rispondo a tutte le domande”.
Tra i pensieri della figlia dell’ex premier per ora ci sono la proprietà del club, il nuovo stadio, la possibilità di quotarsi in borsa e il rapporto con Adriano Galliani. Il rilancio del Milan riparte dai 9000 metri della nuova sede, dove da maggio apriranno un museo (attesi almeno 150mila visitatori nel primo anno), un ristorante, uno store e la grande piazza che circonda l’edificio progettato dall’architetto salentino Fabio Novembre. Un progetto che guarda al futuro e sarà il primo passo per riequilibrare il bilancio vendendo il brand rossonero ai suoi tifosi, anche – dice – con l’apertura di repliche in miniatura di Casa Milan in Asia (solo in Cina si contano 22milioni di tifosi rossoneri) e negli Stati Uniti.
Ma le partite vere si giocano con l’ingresso di nuovi soci, in una quota che lady B. inquadra “attorno al 20-30 per cento”. E qui sorge il primo problema: chi entra in una società – investendo circa 150 milioni di euro – che chiude in rosso i bilanci, senza poteri decisionali e all’ombra di un nome ingombrante come Berlusconi? Perché loro ci sono e ci saranno, assicura Barbara: “Il Milan resta un asset importante per la nostra famiglia. Il nostro impegno non verrà mai meno”. Su per giù quello che ha sempre ribadito il padre smentendo i contatti e l’interesse più o meno concreto di russi, cinesi e sceicchi evidenziato nelle scorse settimane anche da Bloomberg.
Ma al Medioriente e al mercato asiatico, la nuova regina del club guarda con insistenza, almeno per partnership mirate. Come quella per il nuovo stadio. “È un imperativo. Se dipendesse solo da noi, potremmo partire domani. Abbiamo già un concept – spiega l’ad del Milan – e stiamo vagliando alcune ipotesi sotto il profilo logistico. Ma dobbiamo confrontarci con enti locali e Stato”. E anche con un esborso importante nel breve periodo per realizzare l’impianto. Un problema non da poco che la terzogenita di Berlusconi proverà a risolvere guardando all’est del mondo. Nelle prossime settimane sono in programma più incontri con possibili investitori, tra i quali si segnala il forte interesse di Fly Emirates che, a fronte di una parziale copertura delle spese, “marchierebbe” il nuovo impianto come fatto per esempio da Allianz con il Bayern Monaco. “È l’unico modo per tornare a competere con le big europee. Casa Milan, lo stadio e lo sfruttamento di tutto il nostro potenziale commerciale all’estero ci permetterebbero di riequilibrare le voci dei ricavi”. Che al momento si basano in buona parte sui diritti tv (60 per cento) e biglietteria (15 per cento).
Sembra invece passata la buriana con Adriano Galliani, assente alla presentazione della nuova sede rossonera in zona Portello, a due passi da San Siro: “In passato abbiamo avuto confronti anche duri, ma ora abbiamo ritrovato serenità e comunione d’intenti”. Lo impone anche il periodo nero sotto il profilo sportivo, con una squadra che il prossimo anno difficilmente disputerà le coppe europee. Un’assenza che peserà sui bilanci del Milan. Anche per questo Barbara ha fretta di rilanciare. E proverà a farlo facendo rotta verso Est. Una zona che battono anche i cugini nerazzurri finiti in mano al magnate indonesiano Erick Thohir. In tempi di vacche magre in campo, il vero derby si gioca in campo commerciale.