Economia

Riforme, l’Eurogruppo richiama di nuovo l’Italia: “Debito troppo alto”

Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo (che riunisce i ministri delle Finanze dell'Eurozona), bacchetta Italia e Francia: "Mi aspetto che rispettino gli obblighi. Il primo passo per la credibilità non è posporre il rispetto dei vincoli"

“L’Italia ha un alto debito e deve fare le riforme”.  Dal presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, arriva l’ennesima esortazione a “fare i compiti a casa”. Dijsselbloem, a capo del coordinamento dei ministri dell’Economia e delle Finanze dei Paesi che adottano l’euro, ha parlato al termine della riunione dell’Ecofin, che si è tenuta questa mattina ad Atene. “Non bisogna rinviare il rispetto dei vincoli di bilancio”, ha anche aggiunto l’olandese: un altro avvertimento all’Italia ma anche alla Francia, che è sotto procedura di infrazione e vorrebbe rinviare ulteriormente il raggiungimento degli obiettivi.

“Il mio messaggio a entrambi (Italia e Francia, ndr) è che sono grandi Paesi, centrali per l’Eurozona, quello che fanno è cruciale per il Patto di stabilità e mi aspetto che rispettino gli obblighi“, ha detto Dijsselbloem. “La Francia ha già avuto più tempo, ora questo tempo sta finendo, e l’Italia deve fare le riforme che aspettiamo già da molto, quindi oggi non sono in mood ‘flessibilità'”. Una chiara risposta alla richiesta di vincoli più flessibili che arriva da Matteo Renzi. Per Dijsselbloem, anche solo chiedere più tempo per rispettare i vincoli è un cattivo segnale: “Il primo passo per la credibilità non è posporre il rispetto dei vincoli”. Il caso italiano, ha spiegato il presidente, è diverso da quello francese, perché Parigi ha un problema di deficit e Roma di debito, ma entrambi devono coniugare riforme e consolidamento, anche se “le riforme richiedono tempo per dare benefici”.

Poco dopo le dichiarazioni di  Dijsselbloem, da Roma il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha lanciato un appello di segno opposto: riforme sì, ma come contropartita per una maggiore flessibilità: “Per il rilancio dell’economia”, ha sostenuto, “occorre intavolare un negoziato affinchè siano riconosciuti all’Italia, e ad altri Paesi nelle stesse condizioni che ne facessero richiesta, i margini di flessibilità concessi dal Patto di stabilità, in cambio di un robusto programma di riforme strutturali”.