Dopo le grandi di Spagna e Olanda, anche l'unica big di Scozia rischia sanzioni per le transazioni sospette con l'amministrazione cittadina
L’inchiesta sui presunti aiuti di Stato a club calcistici condotta dall’Unione Europea si allarga a macchia d’olio. Dopo aver coinvolto club olandesi e spagnoli (con le procedure che vanno avanti e potrebbero approdare a risultati concreti nei prossimi mesi), il caso rischia di spostarsi anche Oltremanica: in Scozia, in particolare, dove la Commissione Europea ha da qualche tempo messo nel mirino alcuni movimenti tra il Celtic e la città di Glasgow. Come detto, non si tratta della prima indagine condotta da Bruxelles. Il caso più scottante è sicuramente quello che interessa il calcio spagnolo. Il 7 marzo scorso sono state chiuse le inchieste nei confronti dei sette club spagnoli implicati: Real Madrid, Barcellona, Athletic Bilbao e Osasuna, beneficiando di una legge di inizio anni Novanta, godono tutt’oggi dello status di enti senza scopo di lucro (invece che di società per azioni), così da usufruire di un’aliquota ridotta sul reddito commerciale (25% invece del 30%). E poi ci sono Valencia, Alicante e Elche, che avrebbero ricevuto un prestito con modalità irregolari da un istituto di credito pubblico di Valencia.
Tutti i club hanno tempo un mese (la scadenza si avvicina, dunque) per presentare le proprie memorie difensive. Se la procedura d’infrazione dovesse rivelarsi fondata, Barca e Real potrebbero dover rinunciare al regime fiscale agevolato (con un danno economico sui bilanci non indifferente). E sotto inchiesta sono finiti anche alcune delle più importanti squadre d’Olanda: Psv Eindhoven, Nec, Willem II, Den Bosch e Mvv Maastricht sarebbero stati protagonisti di alcune transazioni sospette con gli enti locali, riguardanti cessioni di terreni e riduzione dei canoni di fitto. Simile a questi è il caso che riguarda il Celtic Glasgow. Nel 2006 il governo scozzese ha ceduto un terreno in Lennoxtown del valore di oltre 30 milioni di sterline al club calcistico (che ne ha ricavato delle strutture di allenamento), al prezzo scontato di meno di 500mila pounds. Analogamente, nel 2007 il Glasgow City Council ha ceduto alla società un terreno adiacente allo stadio di oltre cinque ettari, per la cifra di appena 675mila sterline.
Due transazioni che non hanno lasciato indifferenti i rivali: alla Commissione Ue, infatti, sono pervenute diverse denunce e richieste di verificare la regolarità dell’accaduto. Nessun altro club scozzese ha ricevuto strutture o terreni a prezzi così di favore dagli enti locali, il che pone la società di Glasgow in una posizione di vantaggio in termini finanziari. Cosa di cui, per altro, non ci sarebbe bisogno: con ben 45 campionati e 36 Coppe di Scozia in bacheca, il Celtic (che disputa regolarmente anche la Champions League, vinta una volta nel 1967) è la dominatrice incontrastata della Scottish Premier League; specie dopo il fallimento nel 2012 degli acerrimi rivali dei Glasgow Rangers, attualmente in seconda divisione. La società biancoverde ha provato a difendersi dalle accuse spiegando che le “operazioni sono state negoziate a condizioni commerciali, secondo i tassi di mercato”, e che le strutture ricavate servono non solo ai tifosi della squadra, ma a tutta la comunità locale. Questo, però, non è bastato ad impedire l’azione preliminare di Bruxelles. Come confermato a ilfattoquotidiano.it dal portavoce Antoine Colombani, “la Commissione ha ricevuto alcune lamentele in merito alle transazioni e ha richiesto ed acquisito dalle autorità del Regno Unito documentazioni ad esse relative, che sono attualmente sotto esame”. Un’indagine formale ancora non è stata aperta, ma visti i precedenti olandesi e spagnoli potrebbe essere solo questione di tempo.