Al centro dell'inchiesta, avviata a Napoli e poi trasferita a Roma, l'appalto da 37 milioni per il Centro elaborazione dati della polizia che, secondo l’accusa, venne "pilotato" e assegnato a un gruppo di imprese guidato da una società di Finmeccanica
Archiviazione per l’ex vice capo della polizia Nicola Izzo, per il prefetto Giovanna Iurato e per altri indagati nell’inchiesta sugli appalti per la costruzione del Centro elaborazione dati della polizia a Napoli. Izzo, dopo il coinvolgimento nell’inchiesta, si era dimesso dalla carica di numero due della polizia.
Al centro dell’inchiesta, avviata a Napoli e poi trasferita a Roma per competenza territoriale, l’appalto da 37 milioni per il Cen che, secondo l’accusa, venne “pilotato” e caratterizzato da una serie di pressioni e anomalie procedurali, in particolare sulle norme per gli appalti pubblici. Quell’appalto fu assegnato a varie imprese, invitate dal ministero a partecipare alla gara, guidato dalla Elsag-Datamat, società di Finmeccanica nonostante il parere negativo, anche per quanto concerne i profili economici, della commissione che doveva esprimersi sul lavoro.
Ad Izzo – difeso dagli avvocati Franco Coppi e Bruno Larosa – in particolare, veniva contestato il concorso in turbativa d’asta e la rivelazione del segreto. L’ex vicecapo aveva ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini e aveva chiesto di essere sottoposto, nel quale aveva chiarito la sua posizione.