“Quando ci pentiremo, sarà troppo tardi”. Questo è il messaggio che il Segretario Generale ha rivolto, in modo molto pacato ai leader nazionali, in particolar modo a coloro che si mostrano risoluti solo sulle questioni rilevanti per le singole agende nazionali.“Certamente, devono essere ri-eletti. Quanto parlo con loro, con estrema passione mi dicono – Segretario Generale, non si preoccupi. Ti sto sostenendo e farò sempre quello che dici, ma se ti devo aiutare ho bisogno di essere ri-eletto, per cui prima vorrei essere rieletto e poi tornerò da voi”. “Ma nel frattempo, avrò lasciato il mio incarico”.
Richiamo all’urgenza. La scorsa settimana, Ban Ki Moon si è recato in Groenlandia per evidenziare gli impatti che i cambiamenti climatici stanno avendo sui ghiacci artici e sensibilizzare l’opinione pubblica in vista del Summit sui cambiamenti climatici che si terrà nel mese di settembre presso la sede delle Nazioni Unite a New York. Ha detto che i suoi consulenti di comunicazione hanno messo in dubbio il viaggio in quanto non in linea con gli eventi globali del momento. Insieme alla crescente crisi in Ucraina, gli altri leader mondiali, compreso il presidente Obama, si stavano infatti radunando a L’Aia per un Vertice sulla Sicurezza Nucleare.
Il cambiamento climatico richiede una risposta urgente. La questione climatica può non sembrare un problema immediato, come ad esempio la crisi in Ucraina, ma il Segretario Generale ha posto il tema della lotta ai cambiamenti climatici come una priorità assoluta del suo mandato. Ha ribadito preoccupazione per una situazione tragica e importante come quella della Siria ma ha posto l’accento sul fatto che affrontare il tema dei cambiamenti climatici significa salvare “l’intera umanità”. “Il mio obiettivo è tenere alta la pressione sugli Stati Membri che si sono concentrati maggiormente solo sulle questioni interne” ha affermato esortandoli “per favore, leader, guardate oltre i confini nazionali: l’intero Pianeta Terra sta soffrendo e soffrirà domani”
Il ritardo Europeo. Il Segretario Generale ha inoltre posto l’accento sulle questioni interne che sono state responsabili del ritardo relativo alla messa a punto del pacchetto clima ed energia dell’Unione Europea nel mese di marzo. Il pacchetto, che stabilisce un obiettivo di riduzione dei gas a effetto serra del 40% entro il 2030, avrebbe costituito la base di impegno dell’Unione Europea in vista del Summit di Settembre, ma la riunione del Consiglio Europeo di marzo ha posticipato la decisione al mese di ottobre. “L’ordine del giorno – ha affermato Ban Ki Moon – è stato dominato dalla crisi politica in Ucraina e la dipendenza dell’Europa dal petrolio e gas dalla Russia”.
L’Europa è chiamata ad agire. Ban Ki Moon ha esortato infine, l’Europa ad aprire la strada per la finalizzazione del Pacchetto 2030 per una sua approvazione nella prossima sessione del Consiglio Europeo (previsto per giugno) in vista del cruciale vertice di settembre. “Mentre i leader mondiali si sono distratti e concentrati sulle situazioni ucraine, – ha affermato – non dobbiamo mai distogliere lo sguardo sull’importantissimo problema dei cambiamenti climatici” ribadendo l’urgenza di giungere alla Conferenza delle Parti di Lima nel mese di dicembre con una bozza del nuovo accordo globale sul clima in vista dell’appuntamento di Parigi del 2015.