La scena madre arriva dopo due minuti e trenta, quando il video è ormai entrato in dissolvenza. Due secondi di sguardo fisso in camera e non c’è bisogno di aggiungere altro. A che serve parlare se hai la sagoma, la storia e  le sopracciglia di Eric Cantona? Insomma, se sei Le Roi.

L’ex centravanti del Manchester United compare per alcuni frame nel videoclip dell’ultima canzone di Yannick Noah. Si intitola Ma Colere e parla, in termini tutt’altro che elogiativi, del Front National. “La mia collera non è un Fronte e non è neppure Nazionale” – recita il brano – “La mia collera ha l’onore di combattere la loro”, aggiunge. Un testo che ha fatto infuriare la leader dell’estrema destra Marine Le Pen. “Trovo che sia molto brutto, appiccicato su musica da ascensore”, il commento della figlia di Jean Marie.

Yannick Noah, francese di origine camerunese, è stato uno dei più forti tennisti francesi e uno dei pochi di colore a vincere un torneo del Grande Slam. Era il 1983 e lui si impose su Mats Wilander al Roland Garros. Terminata nel 1990 la carriera sotto rete Noah si è dedicato alla musica e ha pubblicato una decina di album pop reggae. È padre di Joakim che gioca nell’Nba con la maglia dei Chicago Bulls ed è un fenomeno.

La passione politica di Noah non è mai stata un mistero, la si ritrova nei suoi testi impegnati e nelle sue frequenti dichiarazioni pubbliche contro i candidati della destra francese. È stato in prima linea in sostegno della socialista Segolene Royal, ma su Twitter circola una foto dell’ex tennista in compagnia di Dieudonné M’bala M’bala. Molti avevano collocato Noah nel gruppo ristretto di sportivi vicini al comico, negli ultimi mesi è stato al centro delle polemiche per il suo antisemitismo. Mister Quenelle è amico personale di Nicolas Anelka e di Tony Parker, che con la squadra nazionale ha omaggiato Dieudonné sulla scalinata dell’Eliseo dopo la vittoria negli Europei di basket.

Ora con Ma Colere Noah ha voluto mettere le cose a posto: io coi fascisti non c’entro nulla. Nel video si muove su uno fondale che si colora di bianco, rosso e blu come i colori della Repubblica. Scorrono le immagini di giovani e meno giovani francesi di ogni etnia, in disprezzo delle politiche anti immigrazione del Front National.

Solo all’ultimo appare il grande testimonial di questo j’accuse: Eric Cantona. Quarantottenne marsigliese, the King è stato per anni il punto di riferimento del Manchester United e della nazionale francese. Giocatore meraviglioso e fuori dagli schemi: tutti ricordano il colpo di kung fu con cui stese un tifoso del Crystal Palace reo di averlo insultato, ma l’aneddotica potrebbe non avere termine. Non è la prima volta sugli schermi per lui, di solito in ruoli più impegnativi di questo silenzioso cameo. Cantona ha girato numerosi spot e film, interpretando se stesso ne Il mio amico Eric di Ken Loach.

Politicamente Cantona non è semplice da inquadrare. Ha una profonda propensione per le cause perse ed è questo in fondo a fare di lui un uomo di sinistra. Tre anni fa condusse una crociata contro le banche chiedendo a tutti i correntisti di ritirare i propri risparmi per fare crollare il sistema. Non andò granché bene, così come il suo sguardo inceneritore non ha impedito a Marine Le Pen di trionfare alle recenti elezioni amministrative e di volare nei sondaggi verso il voto europeo di maggio. Ma con quei due secondi di silenzio il nostro amico Eric ci teneva a dire che in un voto fascista non c’è nulla di ribelle.

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