Il ministro dell'Interno: "Noi ci batteremo perché l'Europa difenda le frontiere". Il presidente del Consiglio Ue Van Rompuy: "In vertice con istituzioni africane anche questo tema: basta con tragedie come a Lampedusa"
L’allarme è del ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Secondo le nostre informazioni, in Nord Africa ci sono tra 300 e 600mila persone in attesa di transitare nel Mediterraneo”. Il titolare del Viminale lo dice a margine di un convegno a Palermo sull’immigrazione. “Noi ci batteremo perché l’Europa difenda le frontiere”, ha aggiunto. E quest’ultima frase fa capire quanto pesa il fatto che ci si avvicini all’appuntamento delle elezioni europee. “L’Europa – conclude – deve prendere definitivamente atto che le frontiere del Mediterraneo sono europee e bisogna proteggerle. Altrimenti il problema degli sbarchi non si risolverà mai”. Oggi il tema dell’immigrazione è stato tra l’altro una delle “questioni chiave” affrontate dal vertice Ue-Africa, come ha dichiarato il presidente del Consiglio Ue Herman van Rompuy che ha annunciato una “dichiarazione congiunta in cinque punti per impedire il ripetersi di tragedie come quella avvenuta a Lampedusa” nell’ottobre scorso o “nel deserto della Nigeria”.
Una “forte e inequivocabile volontà politica di affrontare tutte le sfide legate alla migrazione inter e intra-continentale e la mobilità e per costruire sulle loro opportunità”, viene espressa dalle istituzioni Ue e africane che hanno partecipato al vertice a Bruxelles. Tra gli impegni, quello di garantire che “una migrazione e una mobilità ben gestiti, quali motori della crescita inclusiva e dello sviluppo sostenibile, si riflettano in modo adeguato nell’agenda per lo sviluppo post-2015″, e ad “intraprendere azioni concrete per rispondere alle sfide della migrazione e della mobilità a livello adeguato, in uno spirito di collaborazione, condivisione delle responsabilità e cooperazione”. Le istituzioni, tra l’altro, si dicono “fortemente preoccupate” per il serio impatto sociale e umano della migrazione irregolare e la perdita di vite che causano” e per questo dichiarano di essere “più che mai impegnati a intervenire per evitare tali tragedie in futuro e per affrontare efficacemente la migrazione irregolare” nel contesto di “rigoroso rispetto dei diritti umani e della dignità umana”. Tra gli impegni comuni, viene evidenziato anche quello “di perseguire i trafficanti di esseri umani e lo smantellamento delle loro reti criminali, poichè presentano una grave minaccia per la vita dei migranti”. Ma anche a “combattere tutte le forme di discriminazione , razzismo e xenofobia , e tutti gli atti di intolleranza in entrambi i continenti , e per garantire che i diritti umani dei migranti, compresi quelli della diaspora e delle vittime di tratta, siano pienamente rispettati”.