Con Denis Verdini “abbiamo parlato di riforme e spero che Forza Italia resti nell’accordo e che voterà il superamento del Senato e l’abolizione del Cnel”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Otto e Mezzo su La7 aggiungendo che “il patto reggerà: io sono molto convinto che le riforme promesse andranno avanti”. Nel pomeriggio di giovedì è passato alla Camera il ddl Delrio sulle Province e la reazione di Forza Italia non è stata propriamente da “alleato per le riforme”. Ma Renzi tira dritto: “Se Renato Brunetta grida al golpe io che ci posso fare? Non sono preoccupato di ciò che accadrà il 10 aprile (giorno di esecuzione della pena per Silvio Berlusconi, ndr). Qui c’è un problema che riguarda 60 milioni di italiani. Questo è un paese che è raggrinzito, che finora ha sentito solo un messaggio: ‘non dobbiamo fare la fine della Grecia’. Ora invece le famiglie hanno una speranza. In questo scenario a me pare bello che si parli di risultati. Prima, seduto a questo tavolo, dicevo ‘diremo, faremo’. Oggi finalmente non si vota più per le province”.
E a proposito di “fare”, il premier ha annunciato la data in cui il governo dovrà mantenere la promessa degli 80 euro in più in busta paga: “I dieci miliardi di euro che andranno a dieci milioni di famiglie saranno nel provvedimento di legge che faremo il 15 o il 16 aprile“. E le coperture? Renzi annuncia: “Martedì presentiamo il Documento di economia e finanza”. Sul rapporto deficit-Pil il premier ripropone il repertorio utilizzato all’ultimo incontro a Bruxelles: “Il 3,1% non lo faremo. Punto. Noi non siamo nei guai: c’è un limite del 60% nel rapporto tra debito pubblico e pil che Germania e Francia non rispettano. Noi sì e continueremo a farlo”.
Il premier si è poi lamentato di vedere l’Italia trattata come “uno scolaretto da prendere per l’orecchio e mettere dietro la lavagna: siamo il secondo paese manifatturiero del continente e rispettiamo gli accordi per i nostri figli”. Sul tema del “fare cassa” Renzi ha precisato: “Non pensate che noi siamo terra di conquista. A Londra mi hanno detto che potrei vendere Eni. E no, non vendiamo i gioielli di famiglia. Cominciamo a tagliare dai consigli di amministrazione dove mettiamo i politici che hanno fallito”.