D’ora in poi non sarà più possibile promettere senza fare. La novità è rappresentata soprattutto dal premier Renzi, ma anche dalle diverse richieste che pervengono da altre forze come il M5S.
Il cosiddetto cronoprogramma ormai è diventato un dovere della politica. È impossibile promettere qualcosa senza l’indicazione del tempo breve in cui sarà realizzata. È finita l’epoca della Salerno-Reggio Calabria, del ponte sullo stretto; ormai la politica può promettere solo cose fattibili e sulle quali c’è una copertura finanziaria. È questo un elemento virtuoso al quale siamo giunti dopo venti anni. In tutto il mondo questa è una prassi alla quale la politica deve obbligatoriamente attenersi, da sempre. Da noi fu fondata da Silvio Berlusconi nel ’94 e plasticamente raffigurata successivamente con il cosiddetto contratto con gli italiani e i vari schemi disegnati da Vespa. Da allora il risultato è sotto gli occhi di tutti. E chi inaugurò quella stagione oggi si ritrova anziano, condannato, a parlare di cani e dentiere. Non è certo un bilancio da statista.
Il funerale dell’effetto annuncio ha un corteo lungo dietro di sé di personaggi della Prima Repubblica della Seconda e di infiltrati nella Terza. Nessuno rimpiangerà l’effetto annuncio, che probabilmente ha causato le maggiori tragedie del nostro Paese. Se oggi il rapporto con la politica è minato alla base lo si deve soprattutto nell’abuso di effetto annuncio. Dovrebbe diventare un vero e proprio reato assimilabile a quello di abuso di potere. Anzi è un vero e proprio abuso di potere. Le armi improprie sono rappresentate da un microfono acceso o una telecamera. Molti sono i personaggi, abili utilizzatori di queste armi. Innumerevoli le vittime che fino ad oggi hanno creato. Eppure non si capisce come mai la politica non abbia posto il divieto assoluto di abuso di promessa. Dei danni degli effetti annuncio si hanno riscontri quasi sempre oggettivi e verificabili nel giro di pochissimo tempo. Spesso si è confuso questo reato con il concetto di libertà. La libertà di promessa, la libertà di annuncio. Insomma la libertà di spararle grosse tanto alla fine non può succedere alcunché. L’abilità di Berlusconi è stata quella di associare all’abuso di annuncio la cosiddetta strategia dell’attenzione. Ovvero la creazione di campagne comunicative mirate a distogliere l’attenzione da un tema spostandola su altro.
Anche questo dovrebbe essere riconosciuto dal codice penale come un vero proprio reato. In nessun paese civile e veramente democratico sarebbe stato consentito ai politici di annunciare ciò che è stato annunciato in Italia, e poi con una puntualità disarmante disattendere ciò che si è promesso, distraendo l’opinione pubblica con altri argomenti sempre messi in piedi con effetti speciali o annunci. L’accumulo di annunci produce di fatto una distorsione percettiva, per cui poi la gente perde l’orientamento e non si sa districare tra realtà e verosimile. C’è ancora qualcuno che va in giro in Italia pensando che sia stato eliminato il bollo ai motorini promesso in una delle tante campagne elettorali, mai attuato e mai smentito. Ancora in molti sono quelli che pensano che è possibile costruirsi un 20% di casa in più (remember piano casa?). E quelli che pensano siano state riaperte le case chiuse, o che ritengono ancora aperto il tunnel Abruzzo-Ginevra. Insomma le scorie prodotte dagli effetti annuncio sono come quelle del plutonio, restano micidiali per l’eternità.
Oggi Renzi vuole dimostrare che ha compiuto una vera e propria rivoluzione in questa direzione. Il problema è che i tempi di Twitter e dei social network, gli impongono una velocità che contrasta con i tempi dei palazzi. La realtà invece è una clessidra implacabile. Ma le cose sono semplici e verificabili immediatamente: via le Province, via il Senato, legge elettorale e quattordicesima a chi guadagna poco. A fine maggio tutto sarà chiaro e riscontrabile. Le buste paga arrivano prima del 25 maggio. Non ci saranno elezioni per le Province (anche questo un bel risparmio) e sapremo anche a che punto sono legge elettorale e Senato, sulle quali però c’è un allarme rosso democrazia che suona assordante e che stimola qualche dubbio sull’eccesso di velocità renziano.
Succede, a volte, a chi vuole sbucciare patate in maniera superveloce di tagliarsi le dita. E forse il fiorentino dovrebbe imparare a valutare la parola saggezza che consentiva, ad esempio a uomini come Montanelli, di capire almeno dieci mesi prima cosa potesse accadere. Ma tra i suoi consiglieri, ristoratori, finanzieri, scrittori, spin e tanto altro, un costituzionalista, ma di quelli con le palle d’acciaio nooo? E su Matteo, cercatelo, perché la nostra Costituzione è stata scritta col sangue, ed è fondata con effetti a rilascio lento, da uomini che sapevano guardare avanti di decenni e forse di secoli. Bene, maggio è vicino e la clessidra si svuota. Ok gli annunci, ma a quel punto per attuare una strategia dell’attenzione che distragga il popolo ci vorrebbero almeno argomenti quali “la terza guerra mondiale” o la discesa degli alieni. E non sembrano cose che si affacciano all’orizzonte.