“Nessuno scontro e nessuna contrapposizione. Vogliamo solo portare un contributo concreto per superare il bicameralismo perfetto, tagliando in misura radicale i costi di Camera e Senato“. Così Felice Casson, senatore del Pd, parla a nome del gruppo dei 22 dem che hanno presentato – nel corso di una conferenza stampa a palazzo Madama – un disegno di legge costituzionale (Chiti, Albano, Amati, Broglia, Capacchione, Casson, Corsini, Cucca, D’Adda, Dirindin, Gatti, Giacobbe, Lo Giudice, Micheloni, Mineo, Mucchetti, Ricchiuti, Silvestro, Spilabotte, Tocci, Turano, Buemi) per chiedere “un Senato eletto su base regionale con 100 membri più 6 senatori eletti nella circoscrizione Estero“. “La ripartizione dei seggi tra le Regioni – spiegano ancora – si effettua in proporzione alla popolazione delle stesse, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interni e dei più alti resti”. Le due Camere potranno così legiferare insieme, solo su alcune materie, tra cui riforme costituzionali ed elettorali, leggi su ordinamenti europei, tutela minoranze linguistiche. In questa proposta il Senato resterebbe elettivo, dunque in contrasto con uno dei “quattro paletti” proposti dal premier Matteo Renzi e dal ministro Maria Elena Boschi. Inoltre, ferma opposizione dei 22 senatori dem alla possibilità del doppio incarico dei sindaci, presidenti e consiglieri regionali con l’incarico di senatori. “E’ il Parlamento – spiega il senatore del Pd Corradino Mineo – che ci deve dire no, non è Renzi. Fortunatamente siamo ancora senza vincolo di mandato” di Manolo Lanaro
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