“Che la mafia non ci sia più è dimostrato che le cosche hanno minacciato Angelino Alfano”. A Palazzo dei Normanni, Vittorio Sgarbi si produce in una delle sue classiche performance. E mette nel mirino ministro dell’Interno. “La mafia in pratica non ha più un cazzo da fare, uccidere Alfano è come uccidere una formica. Tra l’altro Nino Di Matteo dice che Forza Italia è stata fondata dalla mafia e lui va a dargli la sua solidarietà”. L’ex sindaco di Salemi, che si vuole ricandidare dopo che il comune è finito commissariato per infiltrazioni mafiose, ha regalato ai cronisti il suo curioso punto di vista sulla trattativa Stato-mafia. “Se avessimo trattato per Moro ci sarebbe stato un processo? Non abbiamo trattato per Moro e Moro e morto. La trattativa è una decisione dello Stato di prendere una strada piuttosto che un’altra. Giorgio Napolitano garante della Trattativa perché ha ricevuto 3 chiamate da Nicola Mancino? Ma chi vogliono prendere per il culo. Per avvalorare un’inchiesta insensata tu ti inventi, cioè ci sono le minacce di Totò Riina, ma che peso hanno? Che rapporto ha con la mafia attuale Riina? E in che modo ha potere se sta al 41 bis?”. Quindi il critico d’arte ha avanzato una  macabra scommessa. “Alfano, Di Matteo e Claudio Martelli sono della stessa specie: tre inutili vanesi che devono diventare eroi. Io posso scommettere 100 mila euro che a Di Matteo non succederà nulla da qui a 40 anni”  di Silvia Bellotti e Giuseppe Pipitone

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