Il ministro in un'intervista tiene il punto sulla durata massima (36 mesi) dei contratti a termine senza causale ma apre alla riduzione delle proroghe consentite. Sulle pensioni, invece, "non c'è nessun cantiere da aprire"
Il primo maggio partirà il piano Garanzia giovani. Lo assicura il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervistato da La Repubblica. Poletti spiega che “il bacino potenziale è di 900 mila giovani che nell’arco di 24 mesi riceveranno un’opportunità di inserimento”. Secondo il ministro si tratterebbe di “una novità straordinaria” perché “nella storia d’Italia non era mia successo che qualcuno si occupasse di un giovane appena uscito dalla scuola. E il primo maggio è ovviamente una data simbolica“. Anche se il piano, messo a punto in gennaio dall’ex ministro Enrico Giovannini, inizialmente avrebbe dovuto partire a marzo. Per di più, come ha ricordato qualche giorno fa la testata online La Repubblica degli Stagisti (nessun legame con il quotidiano del gruppo Espresso), la Garanzia per i giovani non è, a essere pignoli, una novità: per quanto sia rimasta solo sulla carta, è entrata nella legislazione italiana oltre un decennio fa, nel 2003.
Nell’intervista Poletti torna anche sulle polemiche relative ai contratti a termine senza causale, che la sua riforma permette di rinnovare per otto volte fino a una durata massima di 36 mesi: “Mi fa patire il fatto di dover discutere se ridurre o meno la durata dei contratti a termine senza causale da 36 a 24 mesi. Una modifica di questo tipo non sarebbe coerente con l’impianto del decreto”. Riguardo al numero di proroghe, però, il ministro apre: “Ha una sua logica, ma non è un dogma. Dunque se ne può discutere. Come si può discutere sulla formazione connessa all’apprendistato“. Quanto alla potenziale contraddizione con l’introduzione del contratto a tutele crescenti, la replica di Poletti è che “l’obiettivo è semplificare le regole e questo si fa con entrambi i provvedimenti”.
Il ministro riferisce inoltre che il Governo vuole limitare il numero di tipologie contrattuali. Si tratta di uno dei punti del Ddl delega approdato ieri in Senato. “Questo – dice – è uno dei nostri obiettivi”. Poletti parla anche dell’ipotesi del volontariato per i disoccupati, definito “servizio comunitario” (“Bisogna che nessun italiano in buone condizioni di salute che riceve un sussidio per ragioni diverse resti a casa a non fare nulla”). Riguardo invece al tema pensioni, Poletti è chiaro: “Non c’è alcun cantiere da aprire”.