Il giudice americano Keith Bardwell, nel 2009, si rifiutò di celebrare le nozze tra Beth Humphrey e Terence McKay perché la coppia era interrazziale. Bardwell motivò la sua scelta dichiarando che i matrimoni tra bianchi e neri sono potenzialmente infelici e creano problemi ai figli.
Il tema della tutela dell’infanzia fa parte di quelle argomentazioni ricorrenti agitate per negare un diritto a una minoranza. Si pensi all’omogenitorialità, grande tabù contemporaneo nonostante gli studi e i comunicati dell’American Academy of Pediatrics, dell’American Psychological Association e dell’Associazione Italiana di Psicologia concordino sul fatto che “le affermazioni secondo cui i bambini, per crescere bene, avrebbero bisogno di una madre e di un padre, non trovano riscontro nella ricerca internazionale sul rapporto fra relazioni familiari e sviluppo psico-sociale degli individui”.
Stupisce come il linguaggio di chi è contro i diritti delle minoranze sia caratterizzato dal ricorso a costanti stabili. Leggendo il saggio di Roberto Finzi, Antisemitismo (Giunti, 2005), ho scoperto che quanto si diceva degli ebrei è assimilabile alle accuse oggi rivolte alla comunità Lgtb. Farò alcuni esempi.
Gli ebrei erano accusati si essere destrutturanti per le società con cui erano a contatto a causa del mito dell’ebreo errante, tale Aasvero che derise Gesù durante il suo cammino verso il Golgota. Gesù allora lo condannò a vagare per sempre fino a quando non sarebbe tornato per la fine dei tempi. Questa leggenda giustificò per secoli il fatto che gli ebrei non avessero patria e fossero incapaci di “integrarsi”. Anche oggi, sempre scomodando racconti mitici – Sodoma e Gomorra su tutti – il gay viene narrato come potenziale distruttore della società e della famiglia.
C’è poi il discorso delle lobby. Gli ebrei vennero accusati di un piano per dominare il mondo dopo il “ritrovamento” del Protocollo dei Savi di Sion, un documento falso pubblicato nel 1903, creato ad arte per screditarli. Anche oggi, però, a ben vedere, quando si parla di diritti civili per le persone Lgtb si scomodano fantomatici gruppi di pressione che avrebbero il compito di trasformare in gay tutti gli abitanti del pianeta, avendo già occupato i gangli del potere all’Onu, nell’Organizzazione Mondiale della Sanità (che ha depatologizzato nel 1990 l’omosessualità) e nell’Ue. Anche se poi, a ben vedere, in Russia ci sono le leggi antigay, in Italia abbiamo per lo più sgangherati tentativi di provvedimenti contro l’omo-transfobia e in diversi paesi dell’Africa e del Medio Oriente c’è la condanna a morte per sodomia.
Dulcis in fundo, anche gli ebrei venivano descritti come pericolosi per i bambini. Pare che i “perfidi giudei” avessero quest’abitudine a uccidere infanti sottraendoli alle loro famiglie, durante le festività pasquali, per impastare gli azzimi col loro sangue. Era il “rituale della pasqua ebraica”, anche questo una bufala. Mutatis mutandis, il discorso pubblico contro le famiglie arcobaleno gioca proprio sulla contrapposizione tra una situazione ritenuta ottimale (la famiglia classica) e una realtà ritenuta violenta (le coppie omosessuali) proprio contro i bambini. Solo che i gay i bimbi non li mangiano (pratica di stampo comunista), semmai li violentano: e per supportare questo pregiudizio molto spesso si confondono omosessualità e pedofilia, dimenticando che certi crimini si consumano non dentro le famiglie omogenitoriali, ma proprio in quelle tradizionali. Insieme a tutto il resto, dai lanci nei cassonetti ai maltrattamenti sui/sulle minori.
Non voglio mettere sullo stesso piano il dramma del popolo ebraico, le politiche di apartheid e la diffusione dell’omo-transfobia nella società contemporanea. Sono fenomeni diversi, hanno una dinamica specifica e vanno collocati in periodi storici differenti. Dovrebbero far riflettere, tuttavia, certe somiglianze. Ritornando ai matrimoni tra “razze” diverse, infelicità dei bambini a parte – che poi non si soffre se cresci in una famiglia interraziale o di persone dello stesso sesso, semmai la violenza sta nel pregiudizio della società dei “normali” – sarà utile ricordare che tra i vari argomenti che si agitavano per impedire i matrimoni misti, nell’America segregazionista, c’era quello della fine della famiglia così come era sempre stata. Non so se a voi ricorda qualcosa.