“Destra spezzettata, Pd autoreferenziale. Possiamo arrivare al ballottaggio”. Norberto Vaccari è il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle a Reggio Emilia. Architetto, 56 anni, viene dalla vicina Rubiera. Sale sul palco di Piazza Fontanesi a fianco di Alessandro Marmiroli, ricercatore di 27 anni, il più votato della circoscrizione nord est alle primarie interne per le Europee, e da nemmeno 24 ore uno degli eletti che corre per Bruxelles. Ancora deve rendersene conto. Davanti a quasi 800 persone, sette parlamentari 5 Stelle, da Alessandro Di Battista a Massimo Artini, presentano i volti che puntano a scardinare la sinistra emiliana. Se Parma è stata la prima Stalingrado per i 5 Stelle, il sogno non detto è che Reggio Emilia possa essere la seconda.

Si gioca qui una delle sfide più importanti delle amministrative di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Un ballottaggio nella città di Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del governo Renzi, a pochi passi dalla Parma di Federico Pizzarotti, è l’obiettivo che il gruppo punta a realizzare lungo la via Emilia. Un risultato difficile, nella città dove alle scorse amministrative il Movimento prese il 3,2 per cento. “Io lascio il mio posto”, commenta Matteo Olivieri, consigliere comunale grillino uscente. “Lascio la palla a Norberto e so che possiamo farcela”. Alle urne si sfideranno una destra frammentata e una sinistra orfana del suo padre: Graziano Delrio. L’ex sindaco, già al doppio mandato, è il braccio destro di Matteo Renzi a Roma. Sul territorio ha lasciato il fidato Luca Vecchi, amato dalla base, ma vittima di primarie turbolente. Primo fra tutti il caso di Franco Corradini. Assessore all’urbanistica e poi candidato per guidare la lista di centrosinistra è stato silurato dalla giunta con tanto di polemiche. 

Reggio Emilia è terra difficile. Patria del tricolore, città medaglia d’oro della Resistenza. “Il mio quartiere dove il Partito comunista prendeva il 74 per cento e la democrazia cristiana il 6 per cento”, cantavano i locali Offlaga Disco Pax. Ma da Graziano Delrio in poi è nata una classe dirigente democristiana, spesso accusata di essere troppo “conservatrice”. Adriano Camisasca, primo vescovo ciellino della storia a fare il suo ingresso in città ne è solo uno dei segnali. Ma Reggio non è Parma ed è tutta un’altra storia. “Come si fa a dire che Renzi è di sinistra?”, commenta il candidato 5 Stelle Norberto Vaccari. “Qui sentiamo tutto il malcontento dei cittadini verso una formazione politica in cui non si riconoscono più. In un momento così grande di crisi economica, vediamo le grandi cooperative rosse che hanno dimenticato i valori per cui sono nate”. L’obiettivo dichiarato per le elezioni è quello del ballottaggio. “Noi ce la mettiamo tutta. Puntiamo sulla qualità dei candidati e sulla democrazia interna”. Reggio Emilia è anche la città di Maria Mussini, una delle senatrici dissidenti, cacciata dal Movimento dopo le sue dimissioni in polemica con le espulsioni interne. “Noi continuiamo con il nostro lavoro. Lei si è autoesclusa“. E il sindaco Pizzarotti che cerca la rete con gli amministratori locali? “E’ molto importante fare rete”, conclude Vaccari, “Ci sentiamo spesso anche con il sindaco di Parma e se non avessi avuto un impegno di lavoro avrei partecipato all’incontro che aveva organizzato tra candidati 5 stelle“. 

Sul palco a fare gli onori di casa è la deputata Maria Edera Spadoni: racconta di quando ha cominciato raccogliendo firme per le liste civiche a 5 Stelle nel 2007. In prima fila la mamma, sostenitrice che applaude un Movimento che ha visto crescere in casa. Poi è il turno di Alessandro Marmiroli, ricercatore a Mestre in economia: “Sono il più precario dei precari”, commenta, “voglio cercare di portare il mio impegno e le mie conoscenze a Bruxelles”. Gli fa da spalla Alessandro Di Battista, deputato tra i leader del gruppo: “La vedete questa timidezza nel parlare? Siamo noi agli inizi. E’ quella che gli altri scambiano per inesperienza e che invece è la nostra carta vincente: la semplicità”. E’ il volto reggiano nella carica di 73 sconosciuti che corrono per l’Europa: “Io sono molto soddisfatto delle primarie interne”, commenta Di Battista, “è un risultato importante. Questa volta il sistema ha funzionato ancora meglio. Anche a me all’inizio dicevano che avevo fatto poca attività sul territorio, ma non vuol dire nulla. Certo è importante, ma è solo un primo passo. Tutto è nuovo per noi. E’ la prima volta che ci candidiamo e piano piano miglioreremo anche sul metodo. Ricordatevi che è la prima volta che l’Italia va in Europa per cambiare le cose”. Sul palco al suo fianco anche Massimo Artini, Carlo Sibilia, Federica Dieni, Vittorio Ferraresi, Daniele Del Grosso e Michele Dell’Orco. “Tra il pubblico ci sarà sicuramente qualcuno del Pd. Non abbiate paura a farvi vedere”, conclude Di Battista, “l’ho votato anch’io quel partito. Ma poi si diventa consapevoli di come stanno le cose”. La prova della piazza senza Grillo funziona e di domenica mattina raduna centinaia di persone. Intorno i banchetti delle liste candidati sul territorio, da Bagnolo in Piano fino a Guastalla e Cavriago. Sono sedici ad aver ottenuto le certificazioni su oltre quaranta comuni. I parlamentari chiudono con le foto di rito. Ma assicurano che a Reggio Emilia ritorneranno. 

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