In una telefonata all'iniziativa 'Difendiamo l’Italia', l'ex Cavaliere torna ad attaccare la sinistra "giustizialista" in vista del 10 aprile, quando il Tribunale di Milano deciderà se mandarlo ai servizi sociali o agli arresti domiciliari. Già archiviata invece la riforma del Senato proposta dal governo e giudicata dal leader di Forza Italia "inaccettabile". Il presidente punta invece "sull'elezione diretta del capo dello Stato"
“Siamo governati dal terzo governo non eletto e siamo soggetti ad una dittatura della sinistra giudiziaria”. Silvio Berlusconi, archivia in tutta fretta i mal di pancia provocati dalla riforma del Senato proposta dal governo – giudicata appena 24 ore fa “inaccettabile” – e scalda i suoi con un tema, mai come ora, tanto caro: la giustizia.
In collegamento telefonico con l’iniziativa ‘Difendiamo l’Italia’, a Roma, l’ex Cavaliere conferma – anche se indirettamente – i timori rivelati in un fuorionda dal coordinatore lombardo di Forza Italia, Mariastella Gelmini, e il consigliere politico Giovanni Toti. Secondo i quali, il leader di Forza Italia è “terrorizzato dal 10 aprile”, giorno in cui il Tribunale di Sorveglianza di Milano deciderà se mandarlo agli arresti domiciliari o affidarlo ai servizi sociali.
Nella telefonata alla manifestazione del consigliere della Regione Lazio, Fabrizio Santori, Berlusconi non fa nessuno accenno al tema delle riforme, né risponde al ministro Maria Elena Boschi che in un’intervista a Sky Tg24 ha dichiarato: “Con o senza Forza Italia, il governo va avanti”. L’ex premier si concentra solo “sulla situazione attuale” definita “preoccupante”. “Siamo governati dal terzo governo non eletto e siamo soggetti a una dittatura della sinistra giudiziaria”, attacca. “Noi sappiamo qual’è la nostra situazione, abbiamo subito quattro colpi di Stato in 20 anni”, rincara l’ex Cavaliere, anche se non si “sono visti i carri armati, come vogliamo chiamare il capovolgimento della volontà espressa dai cittadini alle urne?”. Per questo, spiega il leader di FI, “dobbiamo unire tutti gli sforzi delle persone che amano la libertà”.
Come? Riunendo “la maggioranza dei moderati perché sia una consapevole maggioranza politica, una maggioranza che sia consistente”. “Dobbiamo convincere gli indecisi e lo dobbiamo fare con il contatto diretto, con il convincimento personale”. Il suo impegno – assicura – non verrà meno: “Questa mattina sono riuscito a camminare e camminerò lungo un percorso per un’Italia che torni ad essere una democrazia e che garantisca a tutti noi una vera libertà”.
Ma se la riforma del Senato sembra già non interessare più l’ex premier, ad essere rispolverata è un’altra proposta di modifica costituzionale: quella dell’elezione diretta del capo dello Stato, che alemno per il momento non è in cima alle priorità del governo. “Dobbiamo far sì che il presidentedella Repubblica sia eletto dai cittadini direttamente e non dai segretari di partito”, dice Berlusconi ai suoi. Poi si lancia all’attacco dei piccoli partiti: “Una democrazia può essere ben amministrata solo col bipolarismo” mentre “non bisogna votare per i piccoli partiti che non guardano agli interessi del Paese ma ai loro interessi particolari” a partire da quello “di stare sulle sedie giuste”. L’ex Cavaliere lascia i suoi con il saluto: “Buona domenica e buona rivoluzione!”.