Dopo un suicidio clamoroso, che occupa le prime pagine dei giornali, gli aerei cominciano a precipitare con una frequenza allarmante: un aumento di 10 volte. Non solo, aumentano di colpo anche i morti per incidenti stradali. Da cosa potrebbe dipendere questa assurda statistica?

Questo fenomeno avviene solo in quelle zone dove il suicidio ha avuto una grande risonanza, mentre dove i media non hanno coperto la notizia, il fenomeno degli incidenti non si è verificato. Inoltre quando il suicidio riguarda una sola persona, gli incidenti fanno vittime singole, ad esempio auto con a bordo il solo conducente. Anche il target è lo stesso: se il suicida in prima pagina è giovane, muoiono accidentalmente soprattutto giovani. Che questa non possa essere una coincidenza siamo tutti d’accordo. Ma le teorie sul fato e l’astrologia non soddisfano le menti razionali, così un gruppo di studiosi americani negli anni ’70 cercò una spiegazione logica a questi periodici incidenti a catena. Fu un lavoro in cui furono incrociati numerosi dati e scartate molte ipotesi.

Il sociologo David Phillips fu la mente brillante che finalmente risolse l’enigma. Scoprì che è tutta colpa dell’effetto Werther.

In Europa subito dopo il 1774 si assistette ad un’ondata di suicidi. A togliersi la vita furono soprattutto i giovani. Si scoprì presto che, suicidandosi, i ragazzi volevano imitare il personaggio di fantasia Werther, protagonista del romanzo di Johann Wolfgang Goethe I dolori del giovane Werther, che si toglie la vita perché la donna che ama è innamorata di un altro. Il fenomeno raggiunse dimensioni così grandi da indurre i governi di diversi paesi a proibire la diffusione del libro.

Ricostruendo queste vicende, Phillips ha intuito che dietro gli incidenti aerei a catena si nascondono in realtà dei suicidi. Secondo il sociologo certe persone, quando leggono che qualcuno si è tolto la vita, si suicidano per imitazione. Alcuni lo fanno senza pensarci troppo. Altri, per paura del giudizio della famiglia e dei conoscenti, camuffano il gesto estremo simulando un incidente. La correlazione fra lo spazio dedicato sui media alla notizia della prima morte e il numero di incidenti/suicidi è strettissima ed è stata calcolata di 1 a 58, nel senso che ogni notizia che ha avuto una copertura importante ha provocato 58 vittime nella stessa area in cui è stata divulgata (per statistiche dettagliate vedi Cialdini, Le Armi della Persuasione).

Studi più approfonditi hanno rivelato che l’effetto Werther non vale solo per i suicidi, ma per ogni tipo di azione ecltatante coperta dai media: attentati terrostici, sparatorie, stupri, aggressioni ma anche azioni meno pericolose come manifestazioni di dissenso e boicottaggi.

Alla luce di questo effetto di imitazione l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda “che i mezzi di comunicazione esercitino estrema prudenza e riservatezza nelle notizie riguardanti casi di comportamento suicida. Dovrebbe essere discusso con esperti di comportamento suicida e di prevenzione prima di essere reso pubblico” (Acta Psychiatrica Scandinava, Supplementumn. 354, vol. 80, 1989, p. 22).

Nel 2009 la Bbc suggerì ai mezzi d’informazione alcune linee guida su come trattare questi argomenti per evitare emulazione. Suggerì di: non cominciare a raccontare la storia con le sirene in sottofondo, non pubblicare fotografie del killer, non coprire l’evento 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, fare in ogni modo per non fare diventare la conta dei morti l’argomento principale, localizzare la storia il più possibile, per la comunità che è coinvolta, e renderla quanto più noiosa per tutti gli altri.

Per tre giorni in cima ai topic trend di Twitter c’era l’hashtag #BoicottaBeppeGrillo. La notizia che ha provocato il moto di imitazione è quella relativa al boicottaggio dello spettacolo di Beppe Grillo ad Ancona, avvenuto attraverso falsi cartelli con la scritta “annullato” attaccati sopra i manifesti che pubblicizzavano lo spettacolo.

Ispirati dalla notizia e dalle immagini diffuse i detrattori di Grillo hanno emulato il boicotaggio su Twitter, mezzo che veicola efficacemente queste tipo di proteste come abbiamo già visto con #boicottaBarilla.

Il problema è che la notizia sia stata diffusa proprio da Grillo stesso sul suo blog. A livello di comunicazione è stata a mio avviso una leggerezza. Trattandosi di un episodio isolato che ha coinvolto anche altri artisti, i cui manifesti nella zona sono stati altrettanto deturpati, e alla luce dell’effetto Werther, sarebbe stato meglio per Grillo non parlarne affatto ed evitare così di ispirare i suoi oppositori.

Certo, quelli del Pd si sono mostrati molto suggestionabili. Speriamo ci siano pochi piloti d’aereo fra loro.

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