Molte conferme, qualche personalità capace di attirare i grillini delusi e un gruppetto di volti nuovi per la politica, ma forti di un appeal indiscutibile per il grande pubblico. E capaci, dunque, di calamitare i voti di fette di elettorato esterne al partito. A giudicare dalle anticipazioni riportate oggi da L’Unità, è questa la ricetta che Matteo Renzi e il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, hanno seguito nel preparare le liste dei candidati dem alle elezioni europee del 25 maggio. I nomi, che sono ancora in fase di limatura e avranno il via libera definitivo del segretario e premier durante la direzione di mercoledì, vanno dalla A di Sonia Alfano, già eurodeputata, eletta da indipendente nelle liste dell’Idv ma vicina al M5S fin dagli albori, alla Z di Andrea Zanoni, anche lui convertito al Pd solo nel 2013, impegnato nella difesa dell’ambiente e degli animali. In mezzo, poi, c’è il vero coup de théatre: Marco Tardelli, l’ex calciatore campione del mondo con la Nazionale italiana nel 1982. Pronunci quel nome e lo vedi urlare di esultanza al Santiago Bernabeu, dopo aver segnato il gol del 2-0 contro la Germania (il terzo lo firmò Alessandro Altobelli). Chissà che Renzi non speri che possa portargli fortuna anche a Bruxelles. Ne avrà bisogno, soprattutto per quello che appare come l’obiettivo più ambizioso: la conquista della presidenza del Parlamento Ue. Poltrona sulla quale il Pd vorrebbe far sedere Gianni Pittella, che dell’assemblea di Bruxelles, in cui è entrato nel lontano 1999, è già vicepresidente. Per fargli fare un altro giro di giostra in lista, il quarto, la direzione del Pd dovrà però votare una deroga ad personam. Se andasse come spera Renzi, comunque, ne varrebbe la pena: il lucano Pittella, che lo scorso anno si era candidato alle primarie del Pd (ma prese solo il 5,7% nel voto tra gli iscritti), sarebbe il primo italiano a occupare lo scranno dal 1979, quando terminò il mandato del Dc Emilio Colombo.
New entry in cartellone – Partiamo dalle new entry: accanto a Tardelli, il Pd vuol schierare Lucia Annibali, l’avvocatessa pesarese sfregiata dall’acido (mandante l’ex compagno) che il presidente Giorgio Napolitano ha appena nominato Cavaliere al merito della Repubblica. Il sì definitivo della 36enne, bandiera della lotta al femminicidio e alle violenze contro le donne, deve ancora arrivare, ma Renzi la vorrebbe a tutti i costi come capolista nell’Italia centrale. Se accettasse, l’ex volto del Tg1 David Sassoli, che siede nell’Europarlamento per il Pd dal 2009, scenderebbe al secondo posto. In Lombardia tra i nuovi entranti c’è invece la lettiana Alessia Mosca, ricercatrice dell’Arel, l’istituto di ricerca fondato da Nino Andreatta. Al Sud la società civile sarà rappresentata dal magistrato Caterina Chinnici, responsabile del Dipartimento della Giustizia minorile del ministero di via Arenula e figlia del magistrato Rocco, ucciso dalla mafia nel 1983. Sarà candidata in Sicilia. Testa di lista per le isole sarà invece Giusy Nicolini, sindaco di Lampedusa, in prima linea nelle emergenze sbarchi. Renzi la corteggiava da tempo: lo scorso dicembre, visitando l’isola, le aveva chiesto di entrare a far parte nella direzione nazionale del partito. Per Renato Soru, capace di assicurare un buon bacino di voti in Sardegna, ci sarebbe il secondo posto.
La nomenklatura e gli inamovibili – La nomenklatura Pd, comunque, nelle liste c’è tutta. Con i mille rivoli costituiti da minoranze e correnti, l’usuale codazzo di “trombati” e una discreta quota di fuoriusciti Idv. Capolista nel Nord Est, per dire, sarà Paolo De Castro, ministro delle Politiche agricole del secondo governo Prodi. Altro prodiano è Giovanni Barbagallo, anche lui ex ministro (Trasporti), candidato per la Sicilia. In Calabria sarà invece candidato il cuperliano Massimo Canale. Per il Centro, il partito schiera tra gli altri il veltroniano Goffredo Bettini e l’ex Popolare Enrico Gasbarra. Quanto al Nord Ovest, in pole position c’è l’architetto Stefano Boeri, ex assessore della giunta Pisapia a Milano (dopo aver perso le primarie da candidato sindaco per il centrosinistra), dichiaratamente “anticorrenti”. Il consigliere comunale renziano di Bologna Benedetto Zacchiroli e la giovane civatiana Elly Schlein corrono invece per l’Emilia Romagna. Il parlamentare Massimo Paolucci, dalemiano di ferro, è in lista per la Campania. Al capitolo “inaffondabili” vanno rubricati infine gli europarlamentari uscenti Patrizia Toia e Antonio Panzeri (in quota Pd lombardo), Andrea Cozzolino (Campania), Sergio Cofferati (Liguria) e Mercedes Bresso, che ha accettato di non ricandidarsi alla presidenza del Piemonte, lasciando il campo a Sergio Chiamparino (evidentemente con la garanzia di una conferma a Bruxelles). In Sicilia tra gli inamovibili ci sono Antonello Cracolici, già regista dell’accordo con Raffaele Lombardo, e Tiziana Arena, vicina a Mirello Crisafulli (Sicilia), che però potrebbe lasciare il posto alla Alfano.