I difensori hanno depositato la richiesta di affidamento ai servizi sociali senza però offrire al giudice un ventaglio di scelta. In dubbio anche il comune che eventualmente si dovrà occupare di lui: potrebbe essere Monza oppure Roma. La pena residua a un anno per la sentenza Mediaset dovrà essere ulteriormente ridotta di cinque mesi se si considera che con la nuova legge ogni sei mesi di buona condotta c'è uno sconto di 75 giorni
Il conto alla rovescia per Silvio Berlusconi è iniziato. Mancano ormai poche ore all’appuntamento con il giudice del Tribunale di Sorveglianza Beatrice Crosti. Incontro temuto dall’ex Cavaliere che però ancora domenica tuonava contro la “dittatura giudiziaria”. Per effetto della sentenza definitiva per il processo Mediaset (4 anni per frode fiscale di cui 3 indultati), dovrà scontare un anno: ai domiciliari oppure in affidamento ai servizi sociali. Come per tutti i condannati anche per Silvio Berlusconi è stata redatta un’indagine sociale.
I difensori hanno depositato da mesi l’istanza di affidamento ai servizi sociali al magistrato senza però offrire al giudice un ventaglio di scelta. Quindi sarà discrezione del giudice decidere se fargli scontare la pena residua – che dovrà essere ulteriormente ridotta di cinque mesi se si considera che con la nuova legge ogni sei mesi di buona condotta c’è uno sconto di 75 giorni in caso di detenzione domiciliare – in una delle sue case oppure affidarlo ai servizi sociali del Comune di Monza o di Roma. In un primo momento il condannato aveva indicato Arcore come residenza che però era stata successivamente spostata nella capitale. E sarà quindi di fatto l’ente a decidere cosa sarà di Berlusconi. Che chissà non possa dedicarsi anche alla campagna elettorale.
Il suo ricovero all’ospedale San Raffaele di Milano per un’infiammazione al ginocchio sinistro, aveva fatto pensare ai più malevoli che Berlusconi si stesse preparando un escamotage, basato sulle sue condizioni fisiche, da giocare in udienza. Tutti ricordano le polemiche per la uveite – una patologia a occhi che fece chiedere alla difesa il rinvio del processo d’Appello – che costrinse i giudici di Milano a decidere una visita fiscale e il sospetto era lecito. L’ex premier deciderà solo all’ultimo momento se presentarsi o meno al settimo piano del palazzo di Giustizia.
In attesa del processo in appello sul caso Ruby, in calendario per il prossimo 20 giugno, l’ex presidente del Consiglio probabilmente già entro un paio di settimane comincerà a ‘saldare’ il suo debito con la giustizia. Quel che è certo è che, data anche l’età, non finirà in carcere, perché i giudici della Sorveglianza, qualora decidessero di respingere la richiesta di affidamento in prova, ipotesi in molti ritengono poco probabile, disporranno la detenzione domiciliare, altra pena alternativa al carcere per i condannati che devono espiare pene al di sotto dei tre anni. La decisione della Sorveglianza potrebbe arrivare attorno alla metà di aprile perché, da codice, i magistrati hanno cinque giorni di tempo per depositare il loro provvedimento.
Un’ordinanza con la quale i giudici, in caso di accoglimento della richiesta, stabiliranno, in sostanza, a partire da quando, dove e con che modalità l’ex premier dovrà svolgere l’affidamento in prova. Nell’istanza, depositata all’ufficio esecuzione della Procura lo scorso 11 ottobre, Berlusconi aveva indicato Arcore come domicilio per l’affidamento, anche se poche settimane prima della sentenza della Cassazione aveva spostato la residenza a Palazzo Grazioli.
A inizio udienza il giudice leggerà la relazione sul fascicolo del condannato, dove sono confluiti in questi mesi gli atti di un’istruttoria, prevista per legge, sull’idoneità dell’abitazione indicata, delle persone che eventualmente vi abitano e la frequentano, della zona in cui è situata, su altri accertamenti formali da parte dell’Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe). Toccherà poi a uno dei tre sostituti dell’ufficio esecuzione della Procura Generale e ai difensori di Berlusconi intervenire in aula. Non essendo arrivata, allo stato, alcuna indicazione sul tipo di attività riparatoria da parte del leader di Forza Italia, “la modalità di espiazione della pena – come ha spiegato l’avvocato Franco Coppi – verrà discussa in udienza”. A decidere sarà un collegio composto da quattro componenti, due togati, ossia il presidente del Tribunale di Sorveglianza, Pasquale Nobile De Santis, e la relatrice Crosti, e due esperti esterni: due ricercatori uno dell’Istituto di diritto penitenziario dell’Università Statale di Milano e l’altro in servizio presso la cattedra di criminologia. Con l’ok all’istanza saranno loro a stabilire quale genere di attività dovrà svolgere Berlusconi, magari seguendo le indicazioni dei difensori, e in quale città sarà affidato in prova ai servizi sociali.
Con l’ordinanza i giudici fisseranno una serie di prescrizioni relative alla libertà di movimento e agli orari da rispettare e che sarà costretto a seguire salvo non chieda e ottenga, caso per caso, una deroga: obblighi che possono arrivare al divieto non solo di uscire di casa la sera, ma anche di frequentare determinati posti e persone. Ovviamente, considerando anche che gli è stato ritirato il passaporto, niente viaggi all’estero. È probabile, dunque, come si fa notare in ambienti giudiziari, che la ‘riabilitazione’ di Berlusconi avverrà a casa con anche colloqui con l’assistente sociale. Riabilitazione per cui potrebbe essere decisiva anche l’accettazione di quella condanna che Berlusconi, invece, ha sempre criticato con parole durissime e attacchi contro i magistrati, anche quelli di Sorveglianza.