Da anni l'ente è al centro di un piano che vuole affiancare ai padiglioni originari una nuova struttura. E trasformare in appartamenti e negozi alcuni edifici oggi destinati ai servizi per malati. Almeno 20mila metri quadri di nuove abitazioni che hanno la benedizione dell’arcivescovo e presidente dell'azienda ospedaliera Angelo Bagnasco. La nuova versione del progetto sarà presentata a giorni dopo che una sentenza del Consiglio di Stato ha dato torto a un gruppo di cittadini contrari all’intervento
La grande statua di Maria Brignole Sale De Ferrari di Galliera rimarrà dov’è. Seduta ad accogliere i pazienti davanti al complesso ottocentesco che nel 1885 la duchessa donò alla città di Genova “per il ricovero, l’assistenza e la cura dei poveri infermi”. Ma dietro le sue spalle molto rischia di cambiare. L’ospedale Galliera infatti è da anni al centro di un piano che vuole affiancare ai padiglioni originari una nuova struttura sanitaria. E trasformare in appartamenti e negozi alcuni edifici oggi destinati ai servizi per malati. Almeno 20mila metri quadri di nuove abitazioni che hanno la benedizione dell’arcivescovo Angelo Bagnasco, presidente dell’ente ospedaliero come da volontà della duchessa, che proprio alle attenzioni della curia genovese decise di affidare la sua opera pia. Ma qui, sulla collina di Carignano che dà sul golfo, il sacro incrocia questioni ben più terrene, in un intreccio tra politica e interessi color porpora. E la nuova versione del progetto sarà presentata a giorni, dopo che una sentenza del Consiglio di Stato ha dato torto a un gruppo di cittadini contrari all’intervento.
Dietro l’operazione? La curia
Della necessità di ristrutturare l’ospedale per renderlo più efficiente si parla da oltre vent’anni e il primo progetto viene approvato nel 1995: è prevista solo la risistemazione degli spazi esistenti per un costo di 130 miliardi di vecchie lire. Il tempo passa e l’idea resta lì, sulla carta. Fino al 2006 quando l’allora vice presidente del Galliera Giuseppe Profiti inizia a preparare il terreno per un nuovo progetto. L’ente ospedaliero, che fa parte del sistema sanitario nazionale, vende una parte del proprio patrimonio immobiliare per sistemare i propri conti. Dall’operazione avanzano 9 milioni di euro: vengono dati in prestito alla Regione, che in cambio inserisce il Galliera nel piano degli interventi edilizi per il settore sanitario, con finanziamenti garantiti per circa 44 milioni di euro, oltre alla restituzione del debito da 9 milioni. Un’intesa che non è difficile da raggiungere. Profiti infatti porta avanti le istanze del Galliera. E tratta con se stesso, visto che è anche direttore generale del settore Finanze della Regione. Su tutto vigila l’allora arcivescovo di Genova Tarcisio Bertone, che nel cda del Galliera può contare anche sul giovane e promettente Marco Simeon. E che dopo aver preso il volo per la Santa Sede si porterà dietro Profiti a gestire l’ospedale Bambin Gesù di Roma e gli affiderà pure l’operazione con cui nel 2012 il Vaticano cercherà di acquisire senza successo il San Raffaele di Milano. Una fiducia che Profiti s’è guadagnato a Genova, dove il progetto del nuovo ospedale sembra ben avviato.
Nel 2009 infatti l’amministrazione comunale guidata da Marta Vincenzi approva con voto bipartisan una variante urbanistica per la costruzione di un nuovo ospedale da dieci piani, che dovrebbe sorgere accanto a quello vecchio, più volte ammodernato. Viene inoltre concessa la possibilità di convertire alcuni edifici all’uso residenziale e commerciale: 20mila metri quadri che dovrebbero consentire al Galliera di incassare attraverso la vendita delle cubature non ancora recuperate oltre 48 milioni di euro. A tale somma e ai finanziamenti regionali, per raggiungere i circa 180 milioni di euro necessari ai lavori, bisogna aggiungerne altri 75, che dovrebbero arrivare da un mutuo bancario su cui la regione metterebbe le garanzie necessarie.
Gli abitanti di Carignano non ci stanno
Nel 2011 il progetto preliminare viene approvato in conferenza dei servizi e tutto sembra pronto perché la curia possa avere tra qualche anno un nuovo ospedale da gestire. E possa mettere sul piatto delle imprese amiche un po’ di appalti e l’operazione immobiliare di trasformazione in residenziale. Solo che il mutuo da 75 milioni di euro, con gli interessi, impone una restituzione in rate trentennali talmente salate che non rispettano i parametri di legge sui tetti di indebitamento. Prima che in Regione prendano una posizione chiara su tale questione, arriva a bloccare tutto una sentenza del Tar che ad aprile 2012 dà ragione al ricorso di un gruppo di cittadini che si sono riuniti nel comitato per Carignano.
Sono tante le cose che non vanno giù a chi protesta. Alcune scelte delle amministrazioni che il comitato reputa poco trasparenti, come quella della Regione di non prevedere né la valutazione ambientale strategica né la valutazione di impatto ambientale, la decisione della soprintendenza di levare i vincoli ad alcuni edifici da demolire, il rinvio delle indagini archeologiche. E ancora: centinaia di nuovi appartamenti per 700-800 abitanti da edificare in un momento di crisi del mercato immobiliare. Alberi tagliati, cantieri aperti e camion tutto intorno per i sette anni di durata dei lavori, in un quartiere elegante abitato soprattutto da anziani e accanto un ospedale funzionante. Uno scavo di 25 metri a ridosso di mura seicentesche, necessario per costruire un ospedale che avrebbe ben 5 piani sotto il livello della strada: “E’ a rischio la stabilità degli edifici intorno – afferma la portavoce del comitato Paola Panzera – Altro che ‘costruire sul costruito’, come dice uno slogan dell’urbanistica comunale, qui si intasa sull’intasato“.
Quattro mesi fa però il Consiglio di Stato boccia la decisione del Tar. La sezione cui spetta il giudizio è presieduta da quel Giorgio Giaccardi che dal 1996 al 1998 è stato capo di gabinetto dell’allora ministro Claudio Burlando, oggi presidente della Regione Liguria che ha fatto appello contro la sentenza del Tar insieme al Galliera, nonostante il parere contrario degli uffici tecnici. Il ricorso del comitato viene giudicato inammissibile perché presentato contro una variante urbanistica. Il gruppo di cittadini potrà cercare di opporsi di nuovo, ma solo quando verrà approvato il progetto definitivo e il rischio di essere danneggiati sarà più vicino. In attesa di quel momento, il fronte di chi vuole il nuovo Galliera ha ripreso vigore. E il progetto è stato rilanciato in tutta fretta in una versione ridimensionata. Mancano però i particolari su come l’ente ospedaliero e la Regione sosterranno il mutuo necessario a finanziare l’opera. E resta da capire come il clima elettorale mischierà le carte all’interno del centrosinistra. Che governa sia la Regione, sia il Comune. Ma sulla questione Galliera è tutto meno che compatto.
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