“Non accettiamo ultimatum di nessuno, figuriamoci di Renato Brunetta”. Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha risposto al capogruppo dei deputati di Fi che aveva chiesto di approvare l’Italicum entro Pasqua. “Noi facciamo le riforme, le questioni interne a Forza Italia se le risolvono loro se hanno voglia. Abbiamo rispetto – ha aggiunto il premier -. Se stanno al gioco delle riforme ci stiamo”. Il Governo, ha assicurato Renzi ce la farà ad approvare le riforme costituzionali in Senato.
Renato Brunetta questa mattina aveva dato un aut aut al governo: “Noi chiediamo a Renzi, se vuole mantenere la parola, se vuole mantenere i patti, di approvare la riforma elettorale prima di Pasqua, altrimenti casca l’accordo con Berlusconi, con Forza Italia“. La riforma, continuava il capogruppo di Fi alla Camera, “è ferma da tre settimane al Senato e non è stata ancora consegnata alla Commissione Affari Costituzionali competente. Se è in grado Renzi approvi la riforma elettorale”, così com’è stata approvata a Montecitorio, “se non è in grado, non ha i numeri per farlo, ne tragga le conseguenze, magari anche con le sue dimissioni”.
La polemica era iniziata sabato, quando Silvio Berlusconi aveva minacciato di far mancare i voti di Forza Italia alla riforma del Senato. “Non voterò riforme scritte dal terzo governo non scelto dagli italiani solo per consentire ai partiti di governo di mettersi una medaglia prima delle Europee”, aveva detto l’ex premier in un intervento telefonico durante una convention a Milano. E ancora: “Quella del Senato è inaccettabile e indigeribile. O si cambia o tanto vale chiudere del tutto palazzo Madama”. Un problema non da poco per Matteo Renzi, dato che senza i voti dei berlusconiani, al Senato non ci sono i numeri per far passare il provvedimento. Inoltre senza l’abolizione del Senato rischia di interrompersi anche il percorso della legge elettorale, pensata per essere applicata solo alla Camera dei deputati.
Di Manolo Lanaro
L’ex presidente del Consiglio aveva poi fatto un passo indietro confermando che: “Forza Italia resta convinta sostenitrice della necessità di riformare il Senato ed è pronta a discutere ogni dettaglio”. Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi però, domenica, intervenendo a L’intervista, su Skytg24, aveva rassicurato sui numeri del governo a Palazzo Madama: “Calcoli alla mano Pd, Ncd, Sc, Pi e autonomie sono in grado di approvare la riforma” costituzionale, anche senza il sostegno di Berlusconi.
Oggi sempre Boschi era stata il primo membro del governo a rispondere e stoppare il capogruppo dei deputati di Fi sull‘approvazione dell’Italicum entro Pasqua “è un’idea di Brunetta, – aveva detto il ministro – il testo deve essere ancora esaminato dalla commissione del Senato e a Pasqua mancano 10 giorni”. E in merito all’iter delle riforme aveva aggiunto: “tutto procede, stiamo lavorando in vista del Consiglio dei ministri di domani”.
Brunetta non ha gradito le dichiarazioni del ministro Boschi e ha replicato criticando “l’atteggiamento della ministra che ieri, a freddo, ha sostenuto: avanti tutta anche senza Forza Italia dunque anche cambiando cavallo in corsa e affidandosi magari a qualche fuoriuscito di Sel e del Movimento 5 stelle“. Chiedendo poi se “è questo lo spirito con il quale il governo vuole portare avanti l’importante e delicato tema delle riforme costituzionali?”.
Il capogruppo Fi alla Camera ha poi aggiunto: “La stessa Boschi, insieme al suo Renzi aveva presentato lo scorso lunedì, durante una conferenza stampa in pompa magna a Palazzo Chigi, la riforma costituzionale del Senato, del Titolo V, la soppressione del Cnel. Peccato che questi provvedimenti, dopo aver invaso giornali e tv, siano spariti dai radar, e non siano stati ancora presentati agli uffici competenti di Palazzo Madama. Forse, dopo aver ricevuto critiche e attacchi bipartisan, si sono accorti che erano scritti con i piedi? Forse li stanno riscrivendo in fretta e furia per evitare ulteriori figuracce?”. E prosegue: “Davanti a tutto questo la Boschi ci dice che ‘tutto procede’. Contenta lei. Ci sarebbe da ridere se la situazione non fosse da piangere”.
Sulla polemica si è pronunciato anche Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi, intervenendo a “Fatti e misfatti”, su Tgcom24: “La verità è che queste riforme sono possibili solo con l’appoggio di Forza Italia, che è un vero partito riformista” ha dichiarato. “Noi diciamo a Renzi: non molliamo questo percorso di riforme, ma non scarichi sul Parlamento e su di noi tutti i guai che gli danno i suoi”. E il consigliere politico di Forza Italia ha poi aggiunto: “I patti del Nazareno sono la rotta, non vorrei che si dimenticasse che l’Italicum è uscito dal Nazareno in un modo e poi Renzi ha chiesto a Berlusconi, per favore, di rinegoziare alcuni punti della legge. L’Italicum è uscito molto bene dal Nazareno, è uscito benino dalla Camera, non vorremo che uscisse male dal Senato”.
L’appoggio di Forza Italia alle riforme istituzionali è “auspicabile ma non necessario”, ha detto invece il ministro dell’Interno Angelino Alfano, leader di Ncd. Il governo “andrà avanti” e la riforma del Senato “sarà approvata con maggioranza assoluta, se Fi si sfila”, ha assicurato. “Se si vogliono sottrarre alle riforme – ha aggiunto – lo facciano e se ne assumeranno le responsabilità. Vorrà dire che la riforma sarà approvata con la maggioranza assoluta e non con quella dei due terzi, come prevede la Costituzione”. Se sarà così, conclude Alfano “si andrà al referendum. Noi siamo ben lieti di andare al referendum. Li si capirà che gli italiani sono a favore delle riforme e i frenatori saranno sconfitti. Ultimamente Forza Italia è invece dalla parte di chi frena”.