È una tragedia anche familiare quella avvenuta a Molfetta (Bari) questa mattina intorno alle 11. Tre gli operai coinvolti, un padre e i suoi due figli. Alessio Rizzi si è calato in una cisterna del centro ittico ‘Di Dio’ per pulirla e si è sentito male, immediatamente il padre Nicola, 50, e il fratello Vincenzo, 28, sono intervenuti per aiutarlo. Ma sono annegati nella vasca di raccolta liquami, mentre il sopravvissuto è stato trasportato in ospedale ed è in prognosi riservata. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Molfetta e della Sezione Investigazioni Scientifiche di Bari per rilievi.
Stando ad una prima ricostruzione dei fatti i tre, titolari della ditta ‘Ecologia Rizzi’ di Bitonto (Bari) dovevano svuotare con il loro camion autospurgo un tombino per la raccolta della acque reflue dell’azienda ittica ‘Di Dio’ in via Olivetti nella zona industriale. Alessio ha sollevato il coperchio del tombino, che è precipitato all’interno della cisterna sottostante che è profonda circa tre metri. Nel tentativo di recuperare il pesante coperchio l’operaio è precipitato nella cisterna. Il padre, per tirare fuori il figlio è caduto a sua volta, e così anche Vincenzo nel disperato tentativo di salvare il padre e il fratello. Nicola e Vincenzo Rizzi – stando a questa ricostruzione al vaglio dei carabinieri – sono probabilmente morti per annegamento, mentre Alessio è riuscito ad uscire dal tombino e si è quindi salvato.
Era il 3 marzo del 2008 quando, nell’area industriale di Molfetta, una identica tragedia si verificò nell’azienda di autolavaggio Truck Center. In caso furono cinque le persone (il titolare e quattro operai) che persero la vita a causa delle esalazioni di acido solfidrico emesse da un’autocisterna. E anche in quel caso le vittime persero la vita nel tentativo di aiutarsi l’un l’altro.