E’ la gallina dalle uova d’oro, la cassaforte degli italiani, con un ammontare di 242 miliardi di euro per il 2013. La Cassa depositi e prestiti, guidata da Franco Bassanini, è oggi il salvadanaio da cui il governo pensa di attingere i fondi per rilanciare l’economia stagnante. Ma il M5s mette in guardia i cittadini con un convegno, organizzato alla Camera, sul futuro della Cassa e l’utilizzo di questi soldi pubblici che derivano dai buoni fruttiferi postali e dai risparmi degli italiani. “Bisogna fare investimenti mirati e di utilità pubblica” afferma Sebastiano Barbanti del M5s che aggiunge: “Da alcuni anni, invece, la Cdp gestisce partecipate, come Sace ed Eni, e fa operazioni su cui non si calcola bene il rischio per i cittadini“. “Non è una tema né di destra né di sinistra, né dei grillini né del Pd, ma – afferma il presidente della Commissione Bilancio alla Camera, Francesco Boccia – bisogna ridiscutere il ruolo della Cdp e, mai come oggi, servono investimenti pubblici, mentre alcune operazioni hanno avuto un esclusivo interesse privato”. Sono tante le ipotesi con cui usare la Cassa: l’espansione della banda larga o coprire i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese. Nelle scelte fatte fino ad oggi pesano soci ingombranti come le fondazioni bancarie e i conflitti d’interesse. A dicembre la Cassa ha acquistato immobili demaniali dai Comuni, come Firenze e Torino. E, guarda caso, il sindaco del capoluogo piemontese, Piero Fassino, siede anche nel consiglio di amministrazione della Cdp. Si è parlato anche di acquisto di supermercati. “Non penso che sia utile al Paese, tranne per chi li vende” sottolinea in proposito Boccia. “I conflitti d’interesse – aggiunge Livio Martini, rappresentante dei Comuni virtuosi – ci sono eccome serve rigore ma non dobbiamo avere paura di indebitarci per le opere necessarie, per un nuovo sviluppo sostenibile, la banda larga per esempio è un bene comune al pari dell’acqua e dei trasporti” di Irene Buscemi e Fiorina Capozzi