La poltrona del direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, torna a far parlare di sé. E tiene banco per un’intera giornata durante la quale l’avvicendamento alla direzione del quotidiano nell’aria da diverso tempo, è sembrato ormai prossimo. Fino a quando, in serata, l’editore non si è deciso a lasciarsi andare a rinnovo della fiducia, benché informale. Per bocca di un portavoce, infatti, Rcs ha gettato acqua sul fuoco bollando come “inesatte” le indiscrezioni sull’uscita di de Bortoli e riaffermando “la stima per la guida editoriale del direttore, l’apprezzamento per l’esempio personale dimostrato a tutta la redazione in questa continua ed innovativa fase di trasformazione del quotidiano da lui diretto”.
Eppure fin da lunedì sera era stato lo stesso de Bortoli ad apparire ai suoi in procinto di lasciare via Solferino, benché in attesa del licenziamento, perché non aveva nessuna intenzione di lasciare spontaneamente, come ha detto ai colleghi che lo hanno interpellato in proposito. Nella notte il mormorio è diventato una voce sempre più insistente. E a martedì inoltrato dai corridoi del quotidiano sono arrivate le prime conferme sull’avvicendamento. Con la stampa che si è concentrata sulla successione, ripescando dal folto mucchio dei papabili il vecchio tandem composto dall’attuale direttore della Stampa, Mario Calabresi e da Giulio Anselmi, il presidente dell’Ansa oltre che della Federazione degli editori (Fieg).
Il ticket, a favore del quale giocano gli storici rapporti con il primo azionista del quotidiano, la Fiat, che è anche editore della Stampa, è però atteso invano ormai da anni. Non a caso le voci corridoio hanno fatto anche altri nomi come quello interno di Aldo Cazzullo. Durante l‘assemblea dei giornalisti che si è svolta nel pomeriggio, però, è arrivato il primo, discreto, dietro front costituito dal fatto che contrariamente alle attese non c’è stato nessun annuncio. Si è trattato, ha riferito ex post il comitato di redazione, cioè il sindacato interno dei giornalisti, solo di un “passaggio informativo” sull’evoluzione della situazione.
Sullo sfondo tutti giornalisti, redazione di de Bortoli inclusa, a sottolineare che a volere l’uscita del direttore sarebbero una buona parte degli azionisti e il loro amministratore delegato, Pietro Scott Jovane, con i quali i rapporti sono ormai definitivamente compromessi. Tanto più dopo l’anticipazione trasmessa lunedì sera dalla trasmissione Report dell’intervista allo stesso direttore, la cui messa in onda è programmata per il 14 aprile.
Ancora prima, non avrà certo aiutato la vicenda del piano di incentivi al 2016 per l’ad e la prima linea dei manager che era stato approvato in febbraio, ma è venuto a galla a fine marzo, scatenando un pandemonio, proprio mentre la tensione tra direttore, azionisti e azienda era già alle stelle. Per tacere del caso Corriere.it, con il rilancio del sito che non ha prodotto i risultati sperati in termini di lettori. Anzi, la nuova versione online del Corsera sarebbe già stata oggetto di interventi correttivi per non perdere utenti e pagine viste. E anche la testa di Daniele Manca, vicedirettore responsabile della parte digitale, sarebbe a rischio.
Forse prima di quella di de Bortoli, visto che l’editore, fa sapere ancora il portavoce, “non ha richiesto alcun cambiamento delle sue responsabilità“.